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Il Milan prova a convincere la Uefa: il piano per sanare il bilancio

Nelle prossime ore la società rossonera è attesa dall’importante incontro con l’Uefa, per presentare il piano dei ricavi finanziari dei prossimi mesi. In caso di risposta negativa, il club andrebbe incontro alle stesse restrizioni economiche che hanno già colpito Inter e Roma.
A cura di Alberto Pucci
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Sono ore decisive per il futuro del Milan. In attesa di tornare in campo per la super sfida con il Napoli, il club rossonero è infatti atteso dall'appuntamento a Nyon con i vertici dell'Uefa per discutere nuovamente del piano di "voluntary agreement" della società: già presentato nello scorso giugno e respinto dal "Financial Body " del massimo organismo del calcio continentale.

Il nuovo piano prevede anche l'Europa League

A spiegare all'Uefa il nuovo piano, rivisto e corretto in alcuni passaggi dedicati ai ricavi in Cina e all'introito derivante dalla prossima competizione europea (non più solo la Champions, ma bensì anche l'Europa League), ci sarà l'amministratore delegato Marco Fassone, Han Li, l'avvocato Leandro Cantamessa e probabilmente anche la chief financial officer Valentina Montanari. In attesa della prossima assemblea dei soci, il Milan si gioca dunque molto sul tavolo della sede svizzera dell'Uefa.

Quali i vantaggi se l'Uefa dà l'ok

Complice l'avvio della stagione sportiva al di sotto delle aspettative, l'entusiasmo iniziale ha lasciato il posto al realismo del club, che ora proverà a convincere l'Uefa sulla bontà del suo "calcolo" economico. Il Milan, ovviamente, spera in una risposta positiva. Se così fosse, Yonghong Li potrebbe coprire il debito con altra liquidità e i conti del 2017/18 non verrebbero presi in considerazione. Tutto si sposterebbe al triennio 2018-21 dove, in occasione della conclusione del "voluntary agreement", il club dovrà dimostrare di poter aumentare i ricavi rispettando i parametri del Fair Play Finanziario. Una decisione del genere, inoltre, permetterebbe al Milan di fare mercato senza grossi problemi.

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Quali le conseguenze del rifiuto

Se da Nyon dovesse invece arrivare una risposta negativa (e non è detto che arrivi subito, perché potrebbero servire altre analisi più approfondite), il Milan andrebbe incontro ai paletti del "settlement agreement" che, come già successo con Inter e Roma, restringerebbero di molto il raggio d'azione sul prossimo mercato. Nonostante le difficoltà, da "Casa Milan" filtra comunque ottimismo sull'esito del colloquio. Fassone porterà davanti all'Uefa tutto ciò che fino ad ora è già stato fatto: dalla prima parziale ricapitalizzazione alla creazione di "Milan China", fino ad arrivare all'inizio delle trattative per il rifinanziamento del debito con Elliott.

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