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Milan, la critica di Gattuso: “C’è tanta improvvisazione, non vedo un progetto serio”

L’ex idolo della tifoseria milanista, commenta in maniera perplessa l’attuale periodo rossonero. Dal momento della squadra, fino alle decisioni societarie, “Ringhio” ne ha per tutti…compreso Inzaghi: “L’esperienza non si compra al supermercato”. Dall’ex centrocampista di Milan e Nazionale, parole di sostegno anche per Antonio Conte.
A cura di Alberto Pucci
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Rimpianto, desiderato e portato sul palmo di una mano da tutti i tifosi milanisti. E' Rino Gattuso, uno degli ultimi immortali a salutare San Siro e a calarsi nella parte (difficile) dell'allenatore. Dopo i primi passi nel Sion, l'infelice esperienza di Palermo ed il "pianto greco" sulla panchina dell'OFI Creta, Gattuso è tornato a parlare della situazione del Milan e di un futuro societario ancora da scrivere e attualmente molto difficile: "Dopo oltre 25 anni di gestione Berlusconi, un momento negativo ci può anche stare – ha commentato durante un'intervista nel programma di Radio Rai, "Radio Anch'io Lo Sport" – Tutto questo, però, mi lascia perplesso perché non vedo una linea da seguire è c'è troppa improvvisazione. Insomma, si vive un po' troppo alla giornata. Ho sentito parlare di un progetto legato ai giovani, ma poi questi vengono venduti per far posto a parametri zero. Non c'è chiarezza nei confronti dei tifosi".

Il mea culpa ed il consiglio a Pippo – Nella lunga intervista, l'ex centrocampista del Milan ha fatto il punto sul suo cammino da tecnico: "Ho scelto di fare l'allenatore, con la voglia e la consapevolezza di dover imparare molto e voler fare questo lavoro nel modo migliore possibile – ha continuato – Lo faccio per passione e non per soldi e spero di trovare a breve una società che mi faccia lavorare tranquillamente e con un progetto serio. L'esperienza all'estero mi ha reso sicuramente più maturo". Analisi che "Ringhio" ha poi sfruttato anche per parlare del suo ex compagno Inzaghi: "Secondo me la scelta di sedersi sulla panchina del Milan è stata una mossa affrettata da entrambe le parti. Proprio come la mia a Palermo. Quando si è giovani se non ci si sbatte i denti si fa fatica a capire e, ovviamente, se ti propongono il Milan non puoi dire di no. io e Pippo siamo stati dei grandissimi giocatori e abbiamo vinto tanto, ma fare l'allenatore è un altro mestiere. E' tutto più complicato, bisogna lavorare, aggiornarsi, andare in giro e stare sul campo. Insomma devi fare esperienza e questa non si compra al supermercato".

Uno sguardo alla Nazionale – Nella stessa città dove Gennaro Gattuso, nel novembre del 2000, segnò agli inglesi facendo vincere l'Italia di Trapattoni (era la serata dell'ultimo saluto ad Edoardo Agnelli e della famosa e mitica frase che Ringhio sibilò a denti stretti a David Beckham "You don't stay in a swimmingpool"), la nostra Nazionale si appresta ad incontrare nuovamente i leoni britannici…il tutto a poche ore dalla bufera che ha coinvolto Antonio Conte: "Da quando è diventato commissario tecnico, è stato spesso attaccato – conclude Gattuso – Penso che serva maggior rispetto nei confronti di Conte, perché attaccarlo per ogni scelta non fa bene al nostro calcio. E' un grande allenatore, il migliore che abbiamo in Italia. Anche Allegri sta andando alla grande con la Juventus e, secondo me, il segreto sta nel fatto che i calciatori vogliono dimostrare di poter fare bene anche senza il vecchio allenatore".

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