Milan-Juventus: un Faraone contro i Trecento
Oramai è giunto il momento, mancano solamente due giorni alla grande sfida Milan-Juventus, il match-clou della 14a giornata che catalizzerà l'attenzione del calcio italiano e non solo. Il prestigio della sfida è di livello internazionale, i protagonisti in campo – e fuori – non mancheranno e le due squadre arrivano in un momento psicofisico invidiabile, tanto da farsi complimenti reciproci, dopo qualche più o meno piccolo passo falso iniziale.
Lontano dallo ‘JStadium', violato unicamente dall'Inter tre partite fa, gli uomini di Antonio Conte non hanno ancora perso e affronteranno da imbattuti il Milan di El Shaarawy, il giovane Faraone capocannoniere della serie A che sta bruciando tappe e numeri da gran campione.
Ecco, dunque, il tema che si prospetta all'orizzonte: un plotone contro un solo uomo. Chi la spunterà?
La forza – a tratti devastante e che ha già messo in cantiere uno scudetto e una Supercoppa Italiana, oltre ad una finale di Coppa Italia in un paio di stagioni – sta nel gruppo, nell'insieme amalgamato dall'allenatore pugliese che – malgrado la squalifica, oramai agli sgoccioli – ha dimostrato di aver seminato bene in passato, raccogliendo ottimi frutti.
Che sono arrivati da tutti: dai propri collaboratori – da Stellini, a Carrera, fino ad Alessio – alla dirigenza (la difesa ad oltranza del presidente Agnelli e l'appoggio incondizionato di Marotta sono a testimonianza di una fiducia più che salda), fino ai propri giocatori e alla tifoseria.
Nessuno, oggi – ma nemmeno dopo il ko con l'Inter – si è mai permesso di mettere in dubbio l'operazione-Conte. E con il Milan, antitesi perfetta ai bianconeri, si avrà l'occasione perfetta per dimostrare che proprio quest'unione farà la forza.
Il risultato è una Juventus che -dopo la vittoria con il Chelsea – ha assunto ancor maggiore consapevolezza nei propri mezzi, confermandosi una squadra in cui tutti sanno non solo ciò che devono fare, ma lo fanno al meglio. Non a caso, i bianconeri vantano la miglior difesa del campionato e il miglior attacco, anche se di attaccanti nella classifica capocannonieri non c'è nessuno se non con il solito bomber Fabio Quagliarella.
In attesa di rispedire al mittente l'inesistente Bendtner, di capire se Alessandro Matri voglia ancora mordere il freno e giocarsi un posto da titolare con i compagni di reparto e se Sebastian Giovinco oltre alle grandi occasioni che riesce a crearsi si trasformi anche in un killer implacabile sottoporta, l'unica certezza è proprio il bomber napoletano, attuale capocannoniere della squadra. Con soli 9 gol stagionali tra campionato e coppe, però, ma con una media che non si può ignorare, di una rete ogni 66 minuti i gioco.
Per il resto, la Juve può vantare ben 13 (tredici) giocatori che sono andati – ripetutamente – a segno. Un ‘plotone d'esecuzione' dove non si sa mai chi abbia in canna la pallottola mortale. Chiunque è letale, ognuno ha licenza di colpire e segnare. Lo dimostrano i numeri:
Bonucci : 1 gol in CL
Caceres : 1 gol in Serie A
Lichtsteiner : 1 gol in Serie A
Pogba : 2 gol sin Serie A
Marchisio : 1 gol in CL, 1 gol in Serie A
Pirlo : 3 gol in Serie A
Asamoah : 2 gol in Serie A, 1 in Supercoppa
Vidal : 3 gol in CL, 5 in Serie A, 1 in Supercoppa
Giaccherini : 1 gol in Serie A
Vucinic :1 gol in CL, 2 gol in Serie A, 1 in Supercoppa
Giovinco : 4 gol in Serie A, 2 gol in CL
Quagliarella : 6 gol in Serie A, 3 gol in CL
Matri : 1 gol in Serie A
Leggere per credere: il piccolo grande Faraone è andato in gol con la maglia azzurra dell'under21 (doppietta il 6 Settembre 2012 in Italia Under 21-Lichtenstein U.21 7-0), con la maglia della Nazionale maggiore ( un gol il 4 Novembre 2012 a Parma in Italia-Francia 1-2) e due volte in Europa in Champions League (il 3 Ottobre 2012, Zenit-Milan 2-3 e il 21 Novembre 2012 in Anderlecht-Milan 1-3) oltre ad aver segnato gli attuali 10 gol in campionato.
Non solo.
Il milanista ha segnato in Serie A lo stesso numero di gol di Roberto Baggio alla stessa età, mentre ha già superato monumenti come Totti, Vieri, Riva, Gilardino, Pruzzo, Chiesa, Sandro Mazzola, Di Vaio, Pulici, Brighenti e Graziani. Dopo 13 giornate di campionato il piccolo faraone ha segnato 10 reti mentre Ibra nella stagione 2010/2011 si era fermato a 7 mentre furono 8 i centri la stagione successiva.
Il Faraone meglio anche per quanto riguarda la media gol: uno ogni 107′ a fronte di uno ogni 152 ('10-11) e uno ogni 108 ('11-12).
Pato è infortunato, salterà la Juventus e con le ultime dichiarazioni c'è il serio rischio che possa salutare Milanello a gennaio o – al più tardi – in estate. Giampaolo Pazzini è ancora la controfigura del ‘Pazzo' di Firenze e di Genova: le tossine nerazzurre non sembrano essere state espulse del tutto e la tripletta di Bologna resta ancora l'unico acuto di una stagione fin qui deludente. Infine, c'è Bojan Krkic, l'ultimo arrivato in ordine di tempo e che ci ha messo più di un mese e mezzo per convincere Allegri di un suo più costante utilizzo da titolare. Ma come Vucinic in bianconero, l'ex blaugrana non è certo un animale da gol. Piuttosto ha fosforo nei piedi abbastanza per dettare l'ultimo passaggio.
Poi, ci penserà come sempre El Shaarawy. Da solo, contro undici avversari.