Milan, Inzaghi: “Basta parlare di terzo posto, troppi errori su palle inattive e poco coraggio” (foto)
Altra battuta a vuoto per un Milan che appare sempre più imballato invece di trovare serenità e scioltezza cammin facendo. Zero punti in casa con il Sassuolo, un pareggio stentato a Torino contro i granata: è questo il terribile inizio del 2015 per i rossoneri che hanno come obiettivo stagionale il terzo posto che vorrebbe dire Champions League con tutto ciò che ne consegue, gloria e soldi. Ma è una chimera oggi: questo Milan è brutto e non sa più vincere. Recuperato dei neroverdi domenica scorsa, rimontato dal Toro oggi, incapace di mantenere il vantaggio e ottimizzare le occasioni. Tutti sintomi che la squadra non è psicologicamente tranquilla e forte, subito in difficoltà e in ansia al primo affondo avversario. Certo, c'è un Alessio Cerci che scalpita nel motore (e a Torino è restato in panchina complice l'espulsione di De Sciglio) e margini di miglioramento sono all'orizzonte (soprattutto se Galliani tirerà fuori dal cilindro l'ennesimo coniglio di mercato in attacco) m intanto l'acqua sale.
Senza un'idea fissa di gioco. E Inzaghi lo sa, tanto da essere alquanto deluso nel dopo partita in cui evidenzia che ancora una volt si debba predicare calma e pazienza perché il progetto tecnico può prendere piede solamente anche davanti a queste difficoltà: "Quando siamo andati in vantaggio abbiamo avuto un'altra buona palla, potevamo fare il secondo. Dovevamo gestire meglio l'11 contro 11, poi una volta in 10 siamo andati in difficoltà. La squadra ha sofferto, ha dato l'anima, ho messo anche Alex sui calci piazzati per dare una mano. La squadra si è un po' ritirata indietro, ho cercato di spronarli ad avere corraggio. Portando il terzino a giocare sul quinto dei loro ci aveva portato a far gol. Questa squadra appena soffre un po' perde un po' di certezze, poi siamo rimasti in dieci e abbiamo fatto quello che potevamo giocare."
Maledette palle inattive. Un Milan per l'ennesima volta colpito nel suo tallone d'Achille: le palle inattive. Troppi i gol subiti in queste situazioni e bravissimi i granata ad approfittarne quando si sono ritrovati a poter servire l'infallibile Glik al suo 5°centro stagionale: "Fatale è stato un calcio d'angolo. Se non avessimo preso gol in quell'occasione, in pratica la gara sarebbe anche scivolata via. Dobbiamo cercare di correre ai ripari su questo aspetto. Se fosse andato bene quel calcio d'angolo forse avremmo vinto, ma dobbiamo fare di più"
Stop al terzo posto. L'amarezza è tanta, così come il lavoro da fare: "Non mi illudo mai facilmente, so da dove siamo partiti. Non mi hanno illuso le partite fatte bene, col lavoro possiamo far crescere questa squadra. Queste partite hanno dimostrato che il carattere c'è, forse manca un po' di personalità. Forse indietreggiamo un po' troppo, cercherò di risolvere in fretta questi problemi. Adesso non dobbiamo più parlare di terzo posto, dobbiamo fare meglio. Lo spirito c'è stato, dobbiamo migliorare nella personalità. Probabilmente paghiamo un po' questo. Martedì abbiamo la Coppa Italia e cercheremo di fare una grande gara.
La rabbia di Muntari. Protagonista di una prestazione tutt'altro che brillante, il centrocampista ghanese viene sostituito nella ripresa. Inzaghi gli preferisce Poli e il calciatore non la prende bene. Esce dal campo visibilmente deluso e, una volta accomodatosi in panchina, sfoga la rabbia scagliando la bottiglietta dell'acqua verso il terreno di gioco… che fosse diretta all'allenatore? Dopo lo scatto di nervi di Osvaldo, il campionato regala un'altra ‘perla' di self-control…
