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Milan-Inter 1-1: Menez-Obi per un derby senza vinti né vincitori (foto)

Nel momento migliore dell’Inter nel primo tempo è Menez a trovare il gol del momentaneo vantaggio. Nella ripresa, Obi dalla distanza ristabilisce la parità. Traverse di El Shaarawy e Icardi.
A cura di Alessio Pediglieri
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Un derby giocato bene da entrambe le squadre con Inzaghi e Mancini che non sconfessano i propri credi tattici e che finisce senza vinti né vincitori sull'1-1. SuperPippo si gioca l'attaccante di ruolo con Torres, il ‘Mancio' rivoluziona il centrocampo inserendo Obi, e spingendo in fascia Kovacic. ne nasce un derby interessante soprattutto nell prima mezz'ora dove si ealtano le doti in velocità dei trequartisti rossoneri e la manovra spesso di prima del gruppo interista. Ma se l'Inter crea, il Milan punge e segna per primo grazie ad un tocco delizioso di menez che alla prima occasione non si fa pregare due volte per superare Handanovic su assist di El Shaarawy. Per i nerazzurri i problemi sono soprattutto per un Kovacic che non riesce a trovare posizione e un Icardi che si divora una palla gol (dopo soli 7 minuti sullo 0-0) incredibile. Con il Milan in vantaggio nella ripresa Mancini insiste con gli stessi undici e con lo stesso modulo. La caparbietà del tecnico nerazzurro è vincente perchè dopo qualche minuto l'Inter trova anche il pareggio, proprio con l'uomo a sorpresa, Obi, che supera dalla distanza Lopez. Sull'1-1 i ritmi calano, la partita vive di altri lampi a sprazzi e Inzaghi e Mancini provano a mischiare le carte rivoluzionando le squadre senza però trovare la mossa giusta. Anche le traverse colpite sono pari, con El Shaarawy che sbaglia davanti ad Handanovic e Icardi che scheggia l'incrocio in girata plastica. Negativi su tutti, Kovacic e icardi nell'Inter, Torres nel Milan.

Le chiavi tattiche

Il ‘Mancio' prova a inventare. Mancini non sembra trovare la posizione giusta a Kovacic e la manovra nerazzurra ne subisce gli effetti peggiori con il croato che gira a vuoto costringendo Guarin e Kuzmanovic a fare spesso i registi sulla mediana dove balbetta un po' troppo il giovane Obi. In difesa, Dodò e Nagatomo giocano ancora con le tossine della difesa a tre e sul gol di Menez è evidente l'errore di Juan Jesus e del giapponese che si calpestano i piedi sbagliando la diagonale sul cross di El Shaarawy che è costato il vantaggio del Milan. In attacco, troppo spesso Palacio e Icardi sembrano pensare più ad allargarsi che cercare la porta avversaria perdendo di incisività offensiva. A venire incontro al Mancio sono la sua perseveranza nell'insistere sullo stesso undici nella ripresa e il calo del centrocampo del Milan. Proprio su una serie di errori per stanchezza di Essien e Muntari, arriva il gol di Obi dalla distanza ma l'incomprensione tattica resta con Kovacic che invece di crescere si spegne come un cerino al vento fino a scomparire.

SuperPippo vola sul concreto. Inzaghi non si inventa nulla, se la gioca sulla voglia di riscatto dei suoi giocatori e sul carattere: il segnale è dato da un Milan attendista che distrugge senza creare e attende l'errore avversario per provare a pungere. Cinico, spietato, essenziale, un po' come lo è stato SuperPippo in tutta la sua carriera. Un atteggiamento che paga e molto visto che la muscolarità di Essien e Muntari, il fisico di Zapata e Mexes ben si sposano con i ritmi bassi e la tattica attendista. Catenaccio e contropiede che esaltano le doti in velocità di El Shaarawy e Menez, mentre la scelta di uno spento Torres serve soprattutto a tenere bassa la difesa avversaria. Nella ripresa, il calo dei centrali sulla mediana è evidente e anche Torres perde motivo di restare in campo: bravo Inzaghi a capire tutto e subito togliendo lo spagnolo e tornando al modulo senza punte che mette in difficoltà la difesa avversaria tanto che spesso, e senza alzare i ritmi, i rossoneri si trovano spesso in superiorità in area nerazzurra.

Primo tempo: l'Inter gioca, il Milan segna

Tridente contro Torres. Mancini si presenta con il tridente formato da Icardi centrale e con Kovacic e Palacio che agiscono larghi, mentre Inzaghi risponde con un vero attaccante di ruolo, Torres, davanti al tris di trequartisti Bonaventura-Menez- El Shaarawy. A iniziare meglio è l'Inter che dopo 30 secondi recrimina per una trattenuta sul limite dell'arrea rossonera di Mexes su Icardi lanciato al tu per tu con Lopez. Ma l'arbitro lascia correre. 6 minuti dopo è ancora l'argentino ad inghiottirsi la palla-gol più importante col portiere del Milan che stoppa in uscita, di piede, l'esterno della punta interista. Il Milan attende, non costruisce, aspetta l'errore avversario e subisce la manovra. Senza mai andare in vero affanno.

Break di Menez. I primi 20 minuti sono di marca interista, con i rossoneri che spingono molto sulle fasce con un rami in stato di grazia sulla destra e il solito El Shaarawy che sulla sinistra accarezza i palloni. Come  quando al 22′ su palla persa a centrocampo dell'Inter, il contropiede milanista è letale: il piccolo Faraone mette in crisi Juan Jesus e Nagatomo, crossa corto per Menez che in piena d'area di rigore allarga l'interno destro e infila Handanovic sul palo più lontano.

Finale nervoso. L'Inter subisce il contraccolpo psicologico, il Milan si fa più pressante e crescono a centrocampo anche Essien e Muntari mentre tra i nerazzurri Kovacic svaria su tutta la trequarti ma resta fuori dal centro della manovra, dove si inserisce spesso Guarin che però si innamora troppo della palla. La gara vive a strappi momenti d'alto agonismo (ammoniti Mexes e Obi) ma resta comunque corretta e leale tra i giocatori in campo. Nella parte finale del primo tempo cala il ritmo, a favore di un Milan che non cerca la velocità e a discapito di un'Inter che perde lucidità di manovra diventando spesso prevedibile sulla trequarti avversaria. Scemano le occasioni da gol, aumenta il nervosismo, e tutti vanno negli spogliatoi sul risultato di 1-0 per il Milan.

Secondo tempo: Obi ristabilisce la parità

Nessun cambio per Inzaghi e Mancini. Mancini non cambia nessuno e nemmeno la disposizione in campo rimettendo Kovacic largo a sinistra e Palacio a destra col solo Icardi punta centrale. A farsi più pericoloso è subito il Milan con Bonaventura che dopo 6 minuti sfiora il 2-0 evitato da una deviazione fortuita di Ranocchia, ma l'Inter prova a rispondere un minuto dopo con una furibonda mischia in area che viene risolta (malissimo) da Icardi dopo una serie di rimpalli, con palla che finisce al secondo anello.

Obi al pareggio. Lo spettacolo cala moltissimo, il Milan continua ad aspettare e si intravvedono tutti i problemi di personalità in mezzo al campo dei nerazzurri che fanno girare palla coinvolgendo tutti ma senza trovare nessuno che si incarichi della giocata che faccia la differenza. Ma al 15′ arriva comunque il pareggio grazie a Obi, l'uomo-sorpresa nel centrocampo di Mancini, che da fuori area trova il destro a incrociare basso che supera Lopez passando tra le gambe di Essien.

 Girotondo di cambi. Inzaghi e Mancini cambiano le carte in campo: fuori Obi e dentro Hernanes tra i nerazzurri, via il Ninho Torres per Honda nel Milan, poi Poli per uno stanchissimo Muntari. Il Profeta ha subito la possibilità della palla del vantaggio ma sbaglia cercando Icardi, mentre qualche istante dopo El Shaarawy si divora la rete davanti ad Handanovic scappando a Juan Jesus e scagliando un violento destro sulla traversa. Con il ‘falso nueve' il Milan non dà più riferimenti mettendo in difficoltà la difesa interista mentre cala vistosamente Kovacic, sempre più fuori partita.

Finale senza più emozioni. L'ultimo quarto d'ora resta vivo e acceso: al 35′ Icardi con una girata di prima al volo sfiora l'incrocio dei pali con Lopez fermo a guardare. E' la scintilla che accende la San Siro rossonera che chiede l'ultimo sforzo d'orgoglio e grinta ai suoi beniamini. Ed è proprio rossonero il finale di match con l'Inter che paga le energie espresse soprattutto nella prima mezz'ora di gioco, con le parti che s'invertono: il Milan che costruisce e l'Inter che attende, soffre e gioca di rimessa.

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