Milan, infortunio a van Ginkel: distorsione alla caviglia
Un brutto esordio in Serie A per van Ginkel nella gara di Empoli. L'ex Chelsea, arrivato in prestito al Milan per trovare quella continuità di gioco e di rendimento perse a Londra per l'infortunio, è stato costretto ad abbandonare il campo dopo appena mezz'ora. A frenare l'olandese un problema alla caviglia destra, malconcia per una distorsione: uscito dal campo in barella (al suo posto è entrato Bonaventura), si attendevano ulteriori riscontri per valutare l'entità dello stop ed eventuali tempi di recupero. Il suo infortunio si unisce alle indisponibilità di Montolivo, Saponara ed Essien. A comunicare le condizioni del calciatore è stata la stessa società che però non s'è sbilanciata sul periodo (breve o lungo che sia) necessario per il rientro nei ranghi dell'olandese. "Nel corso della partita a Empoli – si legge nella nota del club -, Marco van Ginkel ha riportato un trauma distorsivo alla caviglia destra con interessamento legamentoso. La prognosi verrà definita in base all'evoluzione clinica".
La maledizione infortuni su van Ginkel
Un anno fa cominciarono i guai di van Ginkel che pagò dazio alla malasorte. Mourinho lo mandò in campo nella sfida Swindon Town-Chelsea: vinsero i blues 2-0 ma quella partita segnò la stagione del talento olandese stimato dal manager portoghese. Nemmeno il tempo di assaggiare il clima della competizione e provare a ripagare la fiducia del tecnico che il ragazzo è costretto ad alzare bandiera bianca: poggia male il piede per terra, una zolla fuori posto ne penalizza il movimento e il ginocchio di van Ginkel ha una torsione impropria. Lacrime e dolore per la rottura del crociato, il calvario durerà nove mesi (tra operazione e riabilitazione). Al rientro non c'è spazio per lui e allora lo special one gli consiglia di accettare il trasferimento in prestito al Milan per provare a giocare e riprendere quel ritmo perso a causa dell'infortunio. Ebbene, un anno dopo, si fa male in Empoli-Milan: la caviglia destra fa i capricci dopo mezz'ora. Per van Ginkel è come ricadere in un incubo.
