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Milan in campo anche alla vigilia e a Natale. Gattuso: “Il ritiro era il minimo”

Il tecnico rossonero, alla vigilia del match con l’Atalanta, ha parlato del momento della sua squadra: “Ho visto grande impegno e ritmo in queste ore, ma quando scendiamo in campo sembra che facciamo il compitino. Ora per svoltare non serve solo la vittoria, voglio vedere più veleno”.
A cura di Alberto Pucci
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Le festività sono ormai alle porte, ma per il Diavolo sarà un Natale di duro lavoro. Reduce dalla brutta figura di Verona, il Milan di Gattuso attende nel ritiro di Milanello l'arrivo della formazione di Gasperini: avversario scomodo e difficile per i rossoneri. A ventiquattrore dal fischio d'inizio di San Siro, il tecnico del Milan ha parlato alla stampa e inquadrato in questo modo la sfida con la Dea: "L'Atalanta è una squadra che sta volando – ha esordito Gattuso – Più giocano e più migliorano. Dovremo essere bravi a tenere botta e a non dare campo, perché loro sono forti e possono farci male. Dai miei ragazzi voglio mentalità, voglia e sacrificio".

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La contestazione e le dimissioni

"Il ritiro? Era il minimo che potevano fare, dopo il punto a Benevento e il 3-0 a Verona. Sono state scritte tante falsità, non c'è stato un giocatore che si è ribellato. La scelta di andare in ritiro è stata presa perché dovevamo dare un segnale sia io che i giocatori alla piazza. Domani non sarà facile. Temo la contestazione e dovremo quanto meno evitare di fare schifo per non farci fischiare a fine partita. La notizia delle mie dimissioni? Non ci ho mai pensato e sono stato in sede per parlare del ritiro. Per me è una grandissima occasione, sapevo quando ho accettato che c'erano delle difficoltà".

A Natale in campo

Dopo la partita con la squadra bergamasca, il Milan si ritroverà ancora a Milanello sia il giorno della vigilia che quello di Natale per due allenamenti mattutini in vista della sfida di Coppa Italia con l'Inter: "Vedo grandi ritmi in allenamento, i ragazzi ce la mettono tutta, stanno in campo anche 30/40 minuti in più, ma questo non basta – ha continuato il tecnico – In campo diamo la sensazione di fare solo il compitino. Per svoltare non basta la vittoria. Servono parole in più, incazzature in più, volti scuri, il sottoscritto ancora più incazzato, perché con questa mentalità ricaschi sempre dopo 1/2 vittorie".

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Il consiglio di Berlusconi

Il discorso è poi scivolato sul rendimento dei nuovi e sulla cena di Bonucci con gli ex compagni: "Quando non arrivano i risultati e i nuovi non si esprimono al massimo bisogna aiutarli. Non tutti sono uguali, e io non mi comporto allo stesso modo con tutti. Ad alcuni devo dare carezze ad altri tranvate. Bonucci è uno dei giocatori che fa di tutto per risolvere i problemi, si assume le responsabilità e non vedo nulla di strano che un giocatore del Milan vada a trovare due ex compagni di squadra. Le parole di Berlusconi? L'ho sentito quando mai hanno dato l'incarico. Tutti sanno che ama i due centravanti e la mezza punta, ma in questo momento io devo valutare le caratteristiche dei miei giocatori".

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