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Milan, Gennaro Gattuso indagato per riciclaggio di denaro

L’allenatore del Milan, Gennaro Gattuso, è indagato per trasferimento fraudolento di valori in quanto socio al 35% dall’1 novembre 2011 al 19 dicembre 2013 di una società che è risultata fallita da maggio del 2014 e specializzata nell’allevamento di suini. Il tutto nell’ambito di un’indagine denominata ‘Perseo’ e condotta dai Carabinieri di Rivarolo Canavese e dal Nucleo investigativo di Torino, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Ivrea. Replica: “Atto dovuto, mai avuto ruoli operativi”.
A cura di Marco Beltrami
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Le questioni societarie, l'incognita legata al ricorso al Tas e all'esclusione dall'Europa, e i dubbi sul mercato. Non è un momento facile per il Milan, e come se non bastasse è arrivata anche una brutta notizia per Gennaro Gattuso: l'allenatore rossonero infatti è indagato, con l'accusa trasferimento fraudolento di valori. Il tutto nell'ambito di un'indagine denominata Perseo e condotta dai carabinieri di Rivarolo Canavese (Torino) e dal Nucleo investigativo di Torino, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Ivrea. Con il Ringhio del Milan, indagate altre 42 persone.

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Perché Gennaro Gattuso è indagato

L'indagine denominata Perseo e condotta dai carabinieri della stazione di Rivarolo Canavese (Torino) e dal Nucleo investigativo di Torino, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Ivrea, è incentrata su accuse di trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio di proventi illeciti. Il nome di Gattuso è finito nella lista degli indagati, in quanto socio al 35% dall'1 novembre 2011 al 19 dicembre 2013 di una società che è risultata fallita da maggio del 2014, e specializzata nell'allevamento di suini. Un'azienda riconducibile ad uno dei principali personaggi coinvolti nella vicenda ovvero Pasquale Motta, un imprenditore locale che secondo gli inquirenti sarebbe legato alla ‘ndrangheta anche se a suo carico non risultano affiliazioni con le associazioni malavitose locali.

Gattuso indagato, ecco l'inchiesta

Nell'indagine, come evidenziato dall'edizione torinese de La Repubblica, è stato evidenziato un elenco di prestanome utilizzati in modo che le società non fossero riconducibili a quello che era il vero titolare ovvero Pasquale Motta. Il nome di quest'ultimo è finito per comparire spesso e volentieri con quelli coinvolti nelle grandi inchieste per la criminalità organizzata calabrese, insediatasi in Piemonte. Nell'ordinanza firmata dal gip della procura di Ivrea Alessandro Scialabba, è stato evidenziato come Motta spostasse grandi quantità di soldi dalle società dove non rientrava a livello amministrativo. Tra queste aziende anche quelle legate a prestanome come quella dell'allenatore del Milan, secondo l'accusa.

La replica: Indagine atto dovuto, mai avuto ruoli operativi

L'allenatore del Milan, Gennaro Gattuso, in una nota, respinge ogni addebito sull'inchiesta di Ivrea. In una nota pubblicata dall'Agenzia Ansa il tecnico precisa che il documento ricevuto dai pm di Ivrea "è un atto dovuto per la sua posizione di ex socio di una società sulla quale si è attenzionata l'attività di indagine. L'indagine verte su un soggetto che solo indirettamente risulta essere collegato a quella società, da cui lui stesso è uscito dopo un breve periodo e nella quale non ha mai ricoperto alcun ruolo operativo, possedendo esclusivamente una quota del capitale sociale".

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