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Milan e Inter sognano e spendono ma entrambe devono ancora fare i conti con la Uefa

Le operazioni di Inter e Milan, tra ambizioni e necessità di equilibrio finanziario. I nerazzurri, col bilancino per la lista Champions come richiede la Uefa, sacrificano i giovani per le plusvalenze. Il Milan sfrutta l’operazione Bonucci-Caldara, con risparmio di oltre 20 milioni sull’ingaggio, e il prestito di Higuain.
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L'Inter promossa a metà dall'Uefa e il Milan prima bocciato poi rimandato restano sospesi tra palco e realtà all'alba della nuova stagione. Un anno di transizione, di nuove partenze, di pensieri più leggeri, almeno per l'Inter, ma senza poter cancellare la necessità della sostenibilità economica e l'importanza di un'ancora insufficiente differenziazione delle fonti di ricavo.

Sotto l'occhio dell'Uefa

La società nerazzurra ha superato i 45 milioni di euro in plusvalenze, rientrando così nei parametri del settlement agreement stipulato con la UEFA, e in entrata, senza cedere big, si è concessa un paio di colpi come Lautaro Martinez e Nainggolan. Tuttavia, come nota Marco De Santis su Ultimo Uomo, l'Inter ha mancato l’obiettivo di non far aumentare il monte ammortamenti. Resta sotto osservazione come il nuovo Milan passato al fondo Elliott che avvia un'altra ricostruzione con l'arrivo di Higuain e Caldara, e la cessione contestuale di Bonucci. Il colpo tentato l'anno scorso, con una serie di acquisti eccellenti in una stagione fuori dalle coppe scommettendo sul ritorno in Champions, sul voluntary agreement e un'eventuale cessione di Donnarumma, è naufragato da ogni possibile punto di vista.

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L'Inter promossa a metà, restano le limitazioni Uefa

Come conseguenza del mancato rispetto dei parametri sugli ammortamenti, l'Inter potrà iscrivere solo 22 giocatori alla prossima Champions League e “inserire in lista per la competizione solo nuovi giocatori il cui costo totale non sia superiore a quanto ricavato dalle cessioni di giocatori presenti nella lista iscritta all’Europa League 2016/17” più il ricavato delle due cessioni più costose degli ultimi due anni: Kondogbia e Caprari, ceduti complessivamente per 40 milioni.

Considerato che in quella lista mancavano Joao Mario, Kondogbia e Gabigol, e che Carrizo, Felipe Melo e Palacio sono andati via a parametro zero, si potranno conteggiare le partenze di Ansaldi (2 milioni), Santon (9,5), Banega (9), Medel (2,5), Miangue (3,2), Radu (5), e quasi certamente Murillo (12,5, valore dell'obbligo di riscatto che il Valencia dovrà versare alla prima presenza stagionale) per un totale al momento di 83,7 milioni.

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Uno tra Vecino e Gagliardini potrebbe partire

Una cifra superiore agli acquisti di Nainggolan, Politano e Lautaro Martinez, e ai prestiti onerosi di Vrsalijko e Politano che, presi nel complesso, superano di poco i 72 milioni. In linea teorica, sarebbero tutti inseribili nella lista A per la Champions, ma c'è da considerare che rispetto alla lista di due anni fa il ragionamento va esteso anche a Skriniar (23 milioni), Vecino (24), Gagliardini (22) e Borja Valero (5.5): almeno uno dei tre centrocampisti sarebbe per questo sulla lista dei partenti, Più probabilmente Vecino anche in quanto Gagliardini andrebbe a coprire uno dei quattro spot per calciatori cresciuti in un vivaio italiano da mettere nella lista. Nessun problema, invece, per inserire Asamoah e De Vrij, arrivati a parametro zero.

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Aumentano ricavi e abbonati

L'Inter, forte dei 42 milioni sicuri incassati con la qualificazione alla Champions League, più le quote degli incassi e dei vari premi Uefa, e degli oltre dieci che arriveranno come conseguenza del nuovo accordo sui diritti tv, ha scelto di monetizzare, in termini di plusvalenze, soprattutto sui giovani con l'obiettivo di migliorare i risultati nel breve termine, e concedersi lo spazio anche per trattare il rinnovo con adeguamento dell'ingaggio di Icardi.

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La ricerca dell'equilibrio con il bilancino dell'alchimista non riduce l'entusiasmo dei tifosi che hanno già sottoscritto 37mila abbonamenti, sold out per la campagna estiva, il dato migliore dai 39.827 del 2010-11. Diversa, invece, la situazione del Milan.

Elliott alle prese con le cessioni

La nuova proprietà, il fondo Elliott che ha promesso di non vendere il club prima di tre anni, appare più solida ed è uno dei fattori che ha portato il TAS a riammettere il Milan all'Europa League. Il Milan, secondo quanto comunicato dal club, dovrebbe chiudere il bilancio 2017-18 con un passivo di 75 milioni. Avvicinare il pareggio di bilancio, dopo l'aumento di capitale da 50 milioni, potrebbe significare realizzare plusvalenze per una cinquantina di milioni entro la fine del mercato estivo. Potrebbero partire almeno due fra Kalinic, André Silva, Bacca, mentre Suso si toglie dal mercato e rimane aperta la questione Montolivo che farebbe risparmiare i 3,5 milioni netti di ingaggio in caso di rescissione consensuale: un vantaggio in caso di arrivo a parametro zero di Badelj.

Higuain e Caldara: l'impatto sui conti

Di fatto, non impatta sul bilancio lo scambio tra Bonucci e Caldara, valutati entrambi 35 milioni di euro. Il Milan, però, risparmierà i 7,5 milioni netti di ingaggio del difensore tornato alla Juve, con un beneficio sui conti calcolando anche gli ammortamenti superiore ai 22 milioni secondo le stime di Calcio e Finanza. Restano, è vero, anche le ultime due tranches del prestito da pagare alla Juventus, il cui intero valore però è già stato messo a bilancio nell'esercizio precedente. Quindi si tratta di una “banale” questione di flusso di cassa, di sicuro non un problema per Elliott. Il club verserà all'ex Atalanta meno della metà, 3 milioni secondo quanto ha riportato la Gazzetta dello Sport.

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Higuain, invece, viene valutato 54 milioni anche se la formula del prestito oneroso permette al Milan di iscriverne a bilancio subito solo 18: è previsto il diritto, ma non l'obbligo, di riscatto per i restanti 36, che dunque peseranno eventualmente sul bilancio prossimo. In termini di stipendio, secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, l’argentino passa da 7,5 a 8,5 milioni di ingaggio, più uno di buonuscita dai bianconeri.

La doppia operazione, al momento, sui conti del Milan comporta un aggravio contenuto a una ventina di milioni. Un passivo accettabile per l'acquisto di un difensore di notevole prospettiva e del centravanti da doppia cifra mancato l'anno scorso a Gattuso. Un peso che non dovrebbe modificare troppo la politica di risanamento dei conti e l'entità delle cessioni necessarie a raggiungere il pareggio di bilancio.

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