Milan, è già finita l’era cinese? Chi è il russo che può comprare il diavolo
E' già finita l'era cinese alla guida del Milan? Il Fondo americano Elliott – che ha finanziato Yonghong Li con una ‘cambiale' da oltre 300 milioni di euro – verserà altri soldi nelle casse dei rossoneri (rifinanziamento e contestuale aumento di capitale da 37 milioni), mettendo definitivamente da parte l'attuale proprietà, e poi tratterà la cessione della società? E se questo – come sembra – è il piano tracciato, che fine faranno i rossoneri? A chi verrà ceduto il ‘diavolo'? In attesa di capire quali saranno le prossime mosse e soprattutto se il gruppo di Li sarà in grado di sborsare subito un anticipo di 10 milioni (un quarto quasi della somma necessaria a concludere la stagione e a evitare l'emorragia in bilancio), già circolano le voci dei possibili acquirenti.
Chi è il magnate che può rilevare il Milan
Il nome più accreditato al momento è Alisher Usmanov, 64 anni, impreditore uzbeko, l'uomo in cima al colosso Gazprom (main sponsor della Champions League) che nel calcio ha già tentato la scalata all'Arsenal ma senza riuscirvi, ‘accontentandosi' solo si una parte delle quote dei Gunners (30%). E' uno degli uomini più ricchi di Russia che, in base a quanto riportato dalla rivista Forbes, nel 2017 aveva un patrimonio di 15 miliardi di dollari. In passato il suo nome è stato accostato al Milan in virtù degli ottimi rapporti tra l'ex presidente Berlusconi e l'attuale presidente della Russia, Putin. Nel 2010 Gazprom propose 180 milioni di euro per il 30% del pacchetto azionario di allora ma la cosa restò lettera morta. Paul Singer – numero uno di Elliott – lo avrebbe individuato come interlocutore ‘privilegiato' e solvibile a sufficienza da sostenere le proporzioni economiche dell'operazione.
Le cifre dell'operazione
E' azzardato proporne adesso ma è certo che – alla luce del prestito di 300 milioni di Elliott a Li e del blasone milanista – non può essere inferiore ai 400/500 milioni di euro. Somma che non spaventa di certo un magnate che ha scalato i vertici dell'economia russa con la Metalloinvest, fino a rendere abbastanza variegato il ventaglio degli investimenti acquisendo partecipazioni in ambito digitale e della telefonia mobile oltre al gas con Gazprom.
Cosa accadrà sul mercato nell'immediato
Dal punto di vista sportivo il cammino dei rossoneri in campionato e il rilancio avvenuto con Gattuso alimenta il valore di mercato del club e spinge in una direzione precisa: non depauperare il patrimonio del club dando per scontata la cessione di quelli che vengono considerati i pezzi pregiati della rosa. Chi sono? Facile, facile intuirlo… il primo è Donnarumma: portiere che ha molte richieste dall'estero e Raiola vorrebbe vedere lontano dalla maglia rossonera (come si è appreso anche di recente dopo l'ennesima sortita). Il secondo è l'esterno spagnolo, Suso, la cui clausola rescissoria da 50 milioni è un tesoretto da mettere in gioco al momento opportuno.
Donnarumma e Suso, tesoretto ‘congelato' (per ora)
E' con le loro cessioni che – in base anche all'incontro di aprile tra Fassone e la Uefa per il settlement agreement – sarà possibile rastrellare fondi necessari per rifinanziare la campagna acquisti di giugno che al momento registra gli arrivi a parametro zero di Pepe Reina (portiere del Napoli, in scadenza di contratto) e Strinic (terzino sinistro della Sampdoria). Addio già scritto? Non è detto perché molto dipenderà da cosa vorrà fare il Fondo Elliott nelle prossime settimane: se si apriranno le consultazioni per un'eventuale cessione della società oppure se al timone del club resterà ancora l'attuale proprietà cinese (e con quali prospettive).