Milan, Bo Karlsson e la notte di Marsiglia: “La visibilità era sufficiente”

La storia milanista in Champions League (o Coppa dei Campioni, che dir si voglia) è piena di momenti indimenticabili: nel bene e nel male. Anni dopo la famosa nebbia di Belgrado (decisiva per la successiva notte di festa al "Camp Nou") e prima della sciagurata debacle di Istanbul, tra le serate più "storiche" del diavolo c'è anche la famigerata partita del "Velodrome" di Marsiglia e delle sue luci "intermittenti". Il 20 marzo del 1991, infatti, Galliani e l'intera squadra di Arrigo Sacchi decise di ritirarsi dal campo (con il Marsiglia in vantaggio e, a quel punto, qualificato) dopo un improvviso e parziale blackout dell'impianto luci dello stadio francese. Una decisione che costò il 3-0 a tavolino, l'eliminazione e la figuraccia in eurovisione al glorioso Milan di Silvio Berlusconi che, nei giorni successivi, ordinò a Galliani di non presentare ricorso per la sconfitta e di evitare di dare ulteriore risalto alla vergognosa decisione di ritirare la squadra.
Il ricordo dell'arbitro
A riportare alla memoria di tutti i tifosi la notte più buia del club rossonero, ci ha pensato colui che ebbe l'incarico di dirigere quelle partita: l'arbitro svedese Bo Karlsson. Intervistato dai colleghi de "L’Equipe", l'ex fischietto internazionale ricorda ancora con stupore quell'incredibile serata: "E' passato molto tempo, ma resta una partita speciale per me – ha dichiarato Karlsson – Non mi è mai capitato di arbitrare una sfida nella quale una squadra si rifiuta di riprendere a giocare. Quella notte tutti siamo rimasti sorpresi dal comportamento del Milan". Un episodio rimasto nella memoria di tutti i tifosi milanisti e in quella dello stesso ex arbitro: "Mi dissero che ci sarebbero voluti otto minuti per riavviare i riflettori e decisi di far proseguire la partita perché la visibilità era sufficiente. Il Milan, però, rimase nel tunnel che porta negli spogliatoi. Ordinai la ripresa della partita, ma non c’era nessun giocatore rossonero in campo e allora decisi di dare il fischio finale". Un fischio che, a distanza di anni, risuona ancora nelle orecchie di Adriano Galliani e di tutto il popolo milanista.