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Mika Aaltonen da bidone con il Bologna a professore universitario

Che fine hanno fatto… Il finlandese arrivò in Italia nel 1988, con il Bologna giocò solo tre spezzoni di partite. Sei anni più tardi, nemmeno trentenne, si ritirò. Oggi Mika Aaltonen è uno stimatissimo professore universitario in Finlandia ed è un eminente economista.
A cura di Alessio Morra
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Gli anni Ottanta da molti sono stati spesso demonizzati, ma da moltissimi sono rimpianti perché quel decennio fu divertente e spensierato. Per la Serie A gli anni Ottanta sono stati l’età dell’oro. Perché nel nostro campionato realmente giocavano i migliori calciatori del mondo: Maradona, Platini, Falcao, Zico, Gullit, Van Basten, Matthaeus, Socrates e l’elenco potrebbe contenere almeno un’altra dozzina di nomi fenomenali. La possibilità di acquistare stranieri (prima due o poi tre) esaltava tutti i presidenti, anche quelli di squadre medio-piccole. E quel decennio viene ricordato anche per la presenza di tanti ‘bidoni’, e anche in questo caso l’elenco è lunghissimo. Tra i giocatori flop passati alla storia c’è anche il finlandese Mika Aaltonen del Bologna, che oggi ha cambiato completamente vita. Aaltonen è uno stimatissimo professore universitario di Economia, e pare sia stata addirittura candidato al Nobel qualche anno fa!

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Un gol all’Inter, meteora al Bologna – Il giovane Mika nel 1987 realizza un gol fantastico nella gara d’andata dei sedicesimi di finale tra Inter e Turun Pallosuera – la squadra finlandese passa 1-0 a San Siro, i nerazzurri nella gara di ritorno vincono 2-0 e passano agli ottavi. Aaltonen qualche mese dopo viene acquistato dall’Inter, che lo parcheggia al Bellinzona. Il Trap, che ha già tre stranieri di lusso: Matthaeus, Brehme e Ramon Diaz, con cui vincerà lo scudetto dei record, decide di farlo ancora maturare. Mika viene ceduto in prestito al Bologna, appena tornato in Serie A dopo qualche anno di purgatorio. Aaltonen è il numero 10 che dovrebbe esaltare il calcio champagne di Maifredi.

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Ma le intenzioni iniziali vanno a farsi benedire. Il finlandese gioca tre spezzoni di partite in cui non lascia traccia. A differenza di tanti calciatori che bruciano intere carriere o qualche annata perché si divertono troppo, il calciatore, che all’epoca era di proprietà dell’Inter, non ‘perde l’anno’ perché è un frequentatore di discoteche. La realtà infatti è ben diversa. Aaltonen si iscrive all’Università di Bologna, alla facoltà di Economia e Commercio, frequenta, segue i corsi e supera pure quattro esami. La sua carriera prosegue fino al 1994, quando, a soli ventinove anni, decide di lasciare dopo aver vestito le maglie dell’Hertha Berlino, dell’Hapoel Be’er Sheva, del TPS, del TPV e dopo aver disputato diciotto partite con la nazionale del suo paese.

Professore – La vita di Aaltonen cambia completamente quando appende le scarpette al chiodo. Perché il finlandese, che nel frattempo ha continuato a studiare, vince il dottorato in economia, inizia la sua splendida carriera universitaria diventando professore all’Università di Turku, poi entra a far parte del dipartimento di Scienze Tecnologiche di Helsinki. Da calciatore mediocre a professore universitario, già così il passaggio è straordinario. Ma Mika è un uomo dalle mille risorse ed è pure direttore del ‘Progetto Strax’, che studia i macro-flussi economici. Sostanzialmente Aaaltonen deve provare a capire, soprattutto a livello economico, come sarà il mondo nel 2050 e se un giorno si potranno sfruttare le risorse degli altri pianeti! Il professore scrive articoli, saggi e libri. Inoltre è membro dell’American Council for the United Nation’s University Millenium Project di Washington, socio della ‘World Future Society’ e fa parte dello ‘Speakers Forum’, dove hanno ‘diritto di parole’ persone solo con un titolo notevole, tipo i presidenti degli Stati Uniti. Aaltonen dal 2012 è il CEO dell’Helsinki Sustainability Center. L’obiettivo di questo gruppo è quello di trovare soluzioni per creare un pianeta sostenibile. L’Aaltonen calciatore non ha lasciato traccia, il professor Mika invece sta cercando letteralmente di creare un mondo migliore e forse per questo un giorno avrà il Nobel.

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