Messi, ricorso respinto: a processo per frode fiscale
Ancora guai fiscali per Lionel Messi in Spagna: il ricorso dell'argentino è stato respinto, e dunque non potrà evitare il processo per frode fiscale, che lo vede coinvolto assieme a suo padre, che è anche il suo procuratore. Il Tribunale di Barcellona, dunque, conferma le accuse per i due: ai due viene contestata una presunta frode di 4,1 milioni di euro corrispondenti alle dichiarazioni dei redditti per gli anni 2007, 2008 e 2009. Non è bastato, dunque, il maxi-versamento di 56 milioni di euro versato per regolarizzare la sua posizione.
Guai col fisco che continuano dal 2013, anno in cui l'agenzia tributaria spagnola notificò le prime contestazioni. Leo Messi non è tuttavia il primo calciatore alle prese con problemi fiscali. Proprio ieri era stato contestato un reato simile ad Antonio Cassano, accusato di aver evaso tre milioni di euro nel 2006, quando militava nel Real Madrid. I casi più noti restano ovviamente quelli di Diego Armando Maradona e di Valentino Rossi, che però hanno battuto strade diverse per uscire dalla contesa: il Pibe de Oro ha preferito fin da subito muovere "guerra" verso il Fisco ed Equitalia, tanto che il 19 luglio 2016 inizierà il processo all'argentino per diffamazione nei confronti dell'azienza, mentre il motociclista pesarese aveva scelto di trovare un accordo con il Fisco e versando 35 milioni di euro nelle casse dello stato. L'ultimo caso, sempre a Barcellona, riguarda invece il brasiliano Neymar: l'attaccante verdeoro era già nella bufera assieme al presidente blaugrana Josep Maria Bartoemu (ed al suo predecessore Sandro Rosell), con l'accusa di aver frodato il fisco per tredici milioni di euro tra il 2011 e il 2013 per l'acquisto del campione brasiliano.