Messi come Maradona. O forse anche meglio
Leo Messi come Diego Maradona ma anche El Pibe meglio della Pulce o il numero10 del Barcellona più forte di tutti, anche dell'ex stella dell'Argentina e del Napoli. Il confronto è aperto e ogni volta si arricchisce di nuovi particolari che lo arricchiscono, spesso a favore della ‘pulga' ancora in attività e quindi in grado di fornire sempre nuove prestazioni da fenomeno. Come in occasione della semifinale di andata contro il Bayern Monaco dell'ex amico Guardiola, sepolto negli ultimi minuti di gioco dal Messi-show capace di rifilare due gol in 3 minuti prima dell'assist per il k.o. di Neymar al 93′ nella gara di andata e poi concedere il bis all'Allianz Arena con tocchi illuminanti. Una partita esemplare del talento azulgrana capace di trascinare la propria squadra ad un rotondo successo che porta i catalani alla finale di Berlino. 180 minuti di pura classe, da trequartista, seconda punta o rifinitore, la ‘Pulce' ha fatto impazzire Benatia e compagni: passaggi perfetti, gol da favola e soprattutto dribbling al limite delle leggi fisiche.
Diego, però, la pensa diversamente… "il migliore resto io", dice alla Cnn l'ex Pibe de Oro. "Leo è ancora alla ricerca di un suo stile e credo che lo troverà presto. Il mio era chiarissimo già agli inizi della carriera. Forse è per questo che potrei essere indicato come migliore di Leo. Lui ha segnato di più ma i miei gol erano molto più belli".
MaraMessi: El Pibe si deve inchinare
Un fenomeno capace di riscrivere le leggi della fisica – A scuola abbiamo tutti studiato le leggi della dinamica e della fisica secondo le quali c'è anche il teorema dell'impenetrabilità della materia secondo il quale "Se un corpo costituito da materia occupa uno spazio, questo spazio non può essere occupato da un altro corpo". Un principio universale che vale per tutto e tutti ma non quando in campo scende Leo Messi, un giocatore capace di stravolgere la realtà definendo ogni volta nuovi parametri. Migliorando di gara in gara. Il prossimo 24 giugno compirà 28 anni e malgrado sembrasse che avesse raggiunto la piena maturità nel Barcellona di Guardiola, oggi Messi ha smentito tutti dimostrando di avere ancora enormi margini di miglioramento: il meglio, insomma, deve ancora venire e molti degli attuali record possono tranquillamente essere battuti. In un calcio divenuto sempre più tattico e fisico, la ‘Pulce' dimostra che c'è sempre spazio per la fantasia e il talento e in un calcio ai tempi di Maradona avrebbe ancor più compiuto prodezze.
Goleador, trascinatore, recordman: un campione completo – Messi, dopotutto è l'uomo dei record e delle vittorie. Per molto tempo si era discusso se fosse, oltre che splendido nelle sue giocate sopraffine, anche decisivo e trascinatore. Bene: la partita contro il Bayern ha confermato che la Pulce sa essere anche uomo-squadra e che la frase "è facile giocare nel Barcellona dei fenomeni" non regge più. Messi ha trascinato gli azulgrana al successo e dallo scorso Mondiale ha confermato di saper essere decisivo anche con l'Argentina segnando gol decisivi per l'approdo in finale. Quest'anno, grazie ai suoi gol e alle sue giocate il Barça ha compiuto la ‘remuntada' in Liga, per conquistare il suo settimo campionato spagnolo in 10 stagioni, oltre a rincorrere la sua quarta Champions in carriera, competizione in cui è anche leader per doppiette e triplette segnate e per numero di gol realizzati con la stessa maglia.
No, Diego non si tocca. Messi può solo eguagliarlo
Un genio che si inventa il gol del secolo – E' vero, a 27 anni Diego non aveva vinto quanto ha fatto Messi ma il confronto tra i due connazionali non si può e non si deve risolvere in un mero conteggio di trofei e primati. L'arte non si misura in centimetri e sul genio del Pibe de Oro non si può discutere. E' suo il gol del secolo e forse quello di sempre visto che la straordinaria rete siglata all'Inghilterra ai Mondiali è da tempo leggenda assoluta. Racchiudendo ciò che è stato Diego Armando: un purissimo talento di tecnica, genialità e sregolatezza. Un campione a 360 gradi in campo che ha dimostrato in tempi in cui il calcio a confronto d'oggi era più ‘amatoriale', meno fisico, più statico e con meno mezzi a disposizione per affinare ulteriormente le proprie capacità, di essere di un'altro pianeta. Trasformando ferro battuto in oro puro ovunque abbia giocato: al Boca, con l'Argentina, al Napoli. Senza mai essere stato circondato da altri fenomeni come capita a Messi.
Fenomeno che si è confrontato anche col calcio italiano – E Maradona è irraggiungibile perché ha osato laddove Leo Messi non ha voluto confrontarsi: il calcio italiano. Leo è un campione di assoluta qualità ma all'interno delle sue quattro mura catalane e argentine, coccolato e riverito come una star incontrastata. Mai si è messo in gioco provando a cambiare casacca e magari campionato. Diego l'ha fatto, diventando un campione assoluto dei Due Mondi, vincendo con il Boca, con il Barcellona e soprattutto con il Napoli. Quando il calcio italiano era ai vertici d'Europa, strappando due scudetti magici al Milan dei campioni di Sacchi, imponendosi in Europa in Coppa Uefa, vincendo da solo il Mondiale del 1986. Perchè non contano tanto quanti trofei hai vinto in carriera, ma come li hai vinti.