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Mercato, il futuro di Spalletti e della società: le ultime notizie sull’Inter

“Non aspettare che il vento gonfi la vela della tua fortuna. Soffiaci dentro te”. Il consiglio di Ugo Ojetti avrebbe fatto più che bene all’Inter…
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“Non aspettare che il vento gonfi la vela della tua fortuna. Soffiaci dentro te”. Il consiglio di Ugo Ojetti avrebbe fatto più che bene all'Inter che a San Siro si è giocata un bel pezzo di Champions League contro il Sassuolo. La fortuna, che ama gli audaci e chi non si rassegna, ha tradito i nerazzurri che però la fortuna, nel senso più alto di destino, l'hanno costruita, maturata, meritata forse nel corso di tutta la stagione. Ora non resta che programmare un'altra stagione sospesa tra desiderio di rivoluzione e oggettive limitazioni.

L'Inter deve vendere

Il nodo fondamentale, a dir la verità, che bisogna sciogliere prima del mercato, è raggiungere 40 milioni di plusvalenze. L'interesse per Asamoah, che arriverebbe a parametro zero, lascia intendere che la società possa privarsi di Cancelo, una delle grandi scommesse vinte da Spalletti e dalla dirigenza.

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Cancelo e Rafinha, questione rinnovo

Arrivato a gennaio nell'ambito dell'affare Kondogbia, l'esterno portoghese sta per chiudere una mezza stagione da quasi 50 passaggi di media a partita in 19 presenze da titolare, con quasi due dribbling e più di un passaggio chiave ogni novanta minuti. Ma il Valencia, che ha anche altre offerte, non scende dalla sua richiesta di 35 milioni di euro per il riscatto. Troppi, a meno di raggiungere un accordo per il rinnovo del prestito, per una società che ha bisogno di vendere per ripianare i conti in nome del fair play finanziario e dell'accordo con l'Uefa.

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Secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport, le strade alternative porterebbero a Alessandro Florenzi, che non ha rinnovato ancora con la Roma, anche se con l'arrivo di un terzino destro in giallorosso potrebbe tornare a giocare da ala, a Nelson Semedo del Barcellona e Thomas Partey, il ghanese dell'Atletico Madrid che costituirebbe un profilo più difensivo (2.9 tackle, 1.6 intercetti, 41.7 passaggi di media).

Alla possibile conferma di Brozovic e Perisic, che costituiscono la possibile ossatura dell'Inter futura, si accompagna l'altra questione da sciogliere, che riguarda Rafinha. Il club catalano, infatti, sembra più disposto a concedere ulteriore tempo prima di riscattarlo.

Icardi resta o parte?

Ma l'orizzonte nerazzurro è segnato in chiaroscuro dal destino di Mauro Icardi. L’attaccante e capitano nerazzurro garantirebbe di sicuro la plusvalenza che serve. È il classico giocatore che divide anche i propri tifosi, troppo presto disposti a dimenticare, dopo gli errori per quanto gravi col Sassuolo, di avere in squadra l'attaccante più determinante di tutta la serie A. Non sarà mai una punta di sacrificio e movimento alla Mandzukic, e i 13 passaggi medi lo confermano. Ma per una squadra che voglia fare il salto di qualità, è difficile pensare di affidarsi solo a Eder e presumibilmente a Lautaro Martinez, il primo nome nella lista dei possibili prossimi attaccanti nerazzurri.

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L'argentino è completo ma ancora troppo leggero per essere l'unico riferimento offensivo, più facile che il suo arrivo possa portare a una ridefinizione della struttura di squadra con un passaggio alle due punte. Un 4-3-1-2 richiederebbe più lavoro dei terzini, e se così fosse si spiegherebbe l'interesse per Florenzi e Asamoah, e magari lo spostamento di Perisic da trequartista in caso di addio a Rafinha, o il passaggio dell'ex Barcellona da regista basso alla Pirlo.

Al momento, le vere certezze riguardano la difesa. Skriniar è una garanzia, Ranocchia ha ricostruito un rapporto di fiducia con i tifosi grazie a un rendimento in crescendo, De Vrij è il difensore di lettura e posizione, bravo anche a gestire l'uscita bassa, che può garantire insieme a Miranda la formazione di due coppie di centrali da poter alternare.

Brand forte anche senza Champions

L'Inter è decisa a non svolgere il ritiro in montagna visto il rientro di molti nazionali dai Mondiali e la partenza per gli Usa per la International Champions Cup, un'occasione di introiti anche per Juventus, Milan e Roma.

Ma non è l'unica novità sul fronte societario. La presentazione del marchio IN, infatti, è il passo verso la gestione interna dell’hospitality e delle sponsorizzazioni, che dunque non saranno più affidate a Infront dal 2014, che prevedeva un minimo garantito, non raggiunto però negli ultimi anni. L'obiettivo, ha spiegato il Chief Revenue Officer Michael Gandler, “è far crescere i ricavi da hospitality del 10/15%, una percentuale che può salire ulteriormente raggiungendo la Champions League.

Qualificazione o no, secondo l'ultimo report Brand Finance, il valore del brand Inter è cresciuto nell'ultimo anno del 119% (meglio solo il RB Leipzig): varrebbe, secondo gli analisti, 475 milioni di dollari, che vale un salto dal 28esimo al 13esimo posto.

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Niente centro sportivo

Salta invece il progetto del nuovo centro sportivo nell’area di piazza d’Armi a Milano. Troppi i costi di circa 100 milioni, anche se non sarebbero rientrati nel passivo da controllare per rispettare i limiti del settlement agreement dell'Uefa.

Tuttavia, resta in piedi il progetto di spostare il centro sportivo da Appiano Gentile in un'altra zona e di muovere la sede attuale da Corso Vittorio Emanuele. Il piano, ha spiegato Gandler, “è sempre stato quello di rimanere a San Siro. E’ un lavoro duro, complicato ma vogliamo sistemarlo, San Siro è la nostra casa, è la Scala del calcio, non possiamo lasciarla”.

Seconde squadre, Inter interessata

L'evoluzione in senso neo-liberale del calcio italiano, con l'introduzione delle seconde squadre in Serie C regolata dalla FIGC (con possibilità di promozione e retrocessione ma non di giocare nella stessa serie della squadra madre) attraverso un bando per verificare l'interesse dei club e la sostenibilità dell'esperimento, ha già visto Roma, Inter e Milan particolarmente favorevoli. Ma servirà molto altro per soffiare nelle vele della fortuna.

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