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Menez, rivela: “A 16 anni dissi no al Manchester United”

L’attaccante del Milan racconta alla tv francese della chiamata di Ferguson: “Ero affascinato da quell’ambiente ma, d’accordo con la mia famiglia, rifiutai quell’offerta”
A cura di Maurizio De Santis
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La stagione opaca del Milan ne ha frenato il rendimento ma le prestazioni di Jeremy Menez finora hanno fatto registrare segno positivo: 12 gol in campionato, un buon numero di assist (6), capacità di rendersi imprevedibile e pericoloso. E se al Paris Saint-Germain sembrava perso, a Milanello l'ex capitolino ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Peccato solo che il club abbia un orizzonte limitato, così come Inzaghi finito di nuovo sulla graticola dopo il pareggio (0-0) e la prova deludente contro il Chievo. Super Pippo avrà bisogno anche del suo talento per trarsi d'impaccio dall'ennesimo cul de sac nel quale s'è andato a cacciare, il francese può essere l'asso nella manica. I colpi (compresi quelli di testa…) non gli mancano. ‘Genio ribelle', Jeremy ne ha avuti fin da ragazzino quando riuscì a stregare perfino Sir Alex Ferguson.

"Non ho un carattere facile – ha ammesso ai microfoni di beIN Sports -. Come tutti, ho i miei lati positivi e i miei difetti. Così come può accadere che nella carriera di un calciatore capiti di attraversare periodi poco felici. La mia ultima stagione al Paris Saint Germain, per esempio, non è stata positiva ma questo fa parte del gioco. Devo ammettere, però, che l'esperienza vissuta in Francia mi ha aiutato a migliorare".

Sochaux, Monaco, Roma, Paris Saint-Germain, Milan le società che hanno visto Menez all'opera. E pensare che a 16 anni, quand'era ancora un ragazzino con le spalle strette, è stato a un passo dal grande salto. "Alex Ferguson m'invitò a Manchester – ha aggiunto nell'intervista -. Ero andato ad assistere a una partita dei red devils all'Old Trafford ed ero rimasto affascinato da quell'atmosfera. L'idea di andare a giocare in grande come lo United mi entusiasmava. Poi, però, d'accordo coi mi genitori, decidemmo che andava privilegiata la mia educazione e rifiutammo".

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