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Meglio Mandzukic con 13 punti di sutura che Dybala. Allegri ha (sempre) ragione

Il successo bianconero contro la Roma ha confermato come questa Juventus sia totalmente nelle mani di un Max Allegri in grado di decidere esclusioni e presenze senza che nessuno interferisca. Confortato da risultati sempre positivi. Così, anche la Joya in panchina rischia di diventare un elemento non più di discussione ma una semplice constatazione.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Juventus è riuscita ad aver la meglio della Roma e a riportarsi sotto con il Napoli. Lo scudetto è un affare a due, tra Sarri e Allegri. Tutti gli altri stanno ancora studiando, un apprendistato che durerà almeno un'altra stagione. Non ce n'è: gli azzurri hanno confermato di saper reggere nel tempo, confermandosi al momento il migliore team della Serie A ad un passo dal titolo d'Inverno ampiamente meritato; i bianconeri si sono resi ancora una volta protagonisti di una stagione che appariva in salita ma che è riuscita a trasformare in discesa grazie ad una reazione di carattere e orgoglio che oggi li pone seconda forza assoluta in campionato.

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Si era già detto che questa Juventus più delle precedenti è una Juventus targata Allegri, dove il tecnico – che ha avuto carta bianca in estate dalla società – ha saputo plasmare gioco, interpreti, mentalità e obiettivi a propria immagine e somiglianza. Il successo sulla Roma ne è stato ennesima dimostrazione con una formazione iniziale che aveva suscitato qualche perplessità ma che alla fine è risultata vincente.

A partire dall'esclusione di Paulo Dybala, per la terza volta consecutiva. La Joya di cui questa Juventus – e Allegri – sa di poter fare anche a meno preferendo il gruppo e i singoli capaci a dedicare anima e corpo per il collettivo. Come Mario Mandzukic, in campo sempre e comunque e malgrado una ferita al polpaccio da 13 centimetri, risultando ancora una volta tra i migliori nei 90 minuti di gioco. Una scelta la cui responsabilità unica è stata del tecnico livornese e che il tabellino finale ha confermato essere quella giusta.

Già contro l'Inter Dybala era partito dalla panchina per giocarsi poi i 15 minuti finali, contro la Roma non c'è stato spazio nemmeno per una passerella di qualche minuto: in panchina, al di là dei musi lunghi o dei possibili futuri malumori della Joya o attorno alla Joya. Di certo, Dybala non è felice, di certo torneranno le speculazioni di mercato, di certo si ridiscuterà di quanto questa Juve ne possa fare a meno.

Di certo si parlerà ancora una volta dell'intelligenza tattica di Allegri. Che non è il cane da guardia di nessuno. Se non del tricolore che non vuole mollare.

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