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Mauro Icardi, antipatico e implacabile. Ma vale un tesoretto di mercato

L’argentino ha raggiunto il gradino di vice capocannoniere del campionato occupato da Dybala e Bacca ma non ha lo stesso appeal. Intanto Maurito ha battuto due totem della storia nerazzurra come Mazzola e Milito che avevano raggiunto cifra tonda dopo 110 gare. Resta all’Inter oppure no? In caso di proposta indecente (40 milioni) c’è il rischio che venga sacrificato.
A cura di Vito Lamorte
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Mauro Icardi è antipatico. Non può essere altrimenti. L'attaccante argentino non gode di un'ottima reputazione tra l'opinione pubblica ma non si capisce come possa essere considerato così poco. Eppure i numeri sono dalla sua parte: Maurito fa un gol ogni due partite e con la rete messa a segno contro il Frosinone è diventato vicecapocannoniere con 14 centri in 28 presenze, raggiungendo Paulo Dybala e Carlos Bacca che, però, vengono osannati molto di più. Il "killer instinct" ha dimostrato di averlo e lo ha messo in campo sempre, steccando un paio di gare al massimo. Icardi ha sempre approfittato delle palle che gli venivano messe a disposizione dai compagni bucando i portieri avversari in tutti i modi: di destro, di sinistro, di testa. Nessuna differenza. Dalla trasferta di Empoli a quella di Frosinone per l'Inter sono passati quattro mesi e poco più ma la costante è sempre la stessa: il gol decisivo di Icardi. Quello di sabato è il quinto 1-0 firmato da Mauro quest'anno: era già successo col Chievo, sia all'andata che al ritorno, a Bologna, a Empoli e a Frosinone.

Meglio di Mazzola e Milito

Icardi, a meno di trattative di mercato clamorose, è il presente e il futuro dell'Inter e i suoi numeri gli consentono di avere già un posto nella storia dell'Inter. Il gol di Frosinone ha portato a Icardi la rete numero 50 in 100 partite con la maglia nerazzurra e il sorpasso su due miti del club meneghino come Diego Milito e Sandro Mazzola, che tagliarono questo traguardo a 110 presenze. L'argentino è a pochi passi da altre due leggende nerazzurre come Samuel Eto'o e Zlatan Ibrahimovic, rispettivamente a 98 e 96 presenze.

Maurito-Jojo, cosa non va?

Eppure se la si analizza bene questa stagione non è stata propriamente brillante per il numero 9 dell'Inter perchè in alcune situazioni è stato messo da parte (l'andata con la Roma e il ritorno di Coppa Italia con la Juve sono le più lampanti) mentre in altre non è riuscito ad avere l'impatto che aveva lo scorso anno. Colpa del modulo? Dei compagni? Se alla fine dello scorso campionato in casa Inter c'era una cosa positiva la si poteva trovare nella coppia d'attacco e nel suo essere ben assortita: far reparto con Palacio fu una grande fortuna per Maurito che vedeva aprirsi molti spazi grazie ai movimenti del Trenza. La mancanza di feeling con Stevan Jovetic è dovuta soprattutto alla differenza di caratteristiche tra il montenegrino e Palacio: mentre l'argentino cerca la profondità ed è in continuo movimento, l'ex Manchester City cerca sempre di ricevere la palla sulla figura per poi provare a muoversi negli ultimi 25 mt. Questo comporta, inevitabimente, la perdita di tempi di gioco che per un attaccante come Icardi sono fondamentali. Proprio per questo motivo l'Inter ha preso Eder a gennaio: caratteristiche simili a quelle di Palacio e una media reti che faceva ben sperare ma la punta della Nazionale non è mai riuscita ad incidere sotto porta come quando vestiva la maglia blucerchiata. Nell'ultima gara Icardi e Jovetic si sono cercati molto e, a mio parere, possono tranquillamente giocare insieme ma c'è bisogno di tanto lavoro soprattutto sotto il profilo tattico.

È il futuro dell'Inter?

Maurito è sicuramente uno dei perni fondamentali di questa squadra insieme a Handanovic, Miranda e Perisic. Questo argentino, classe 1993, sta cercando un posto nella storia dell'Inter e le sue qualità sono un'altra prova della necessità di non privarsene in estate nonostante le esigenze di bilancio e di calciomercato. Icardi non sarà mai simpatico all'opinione pubblica ma i numeri sono dalla sua parte e, alla fine, contano quelli. Antipatico e implacabile, appunto.

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