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Mascherano saluta il Barcellona: “Un privilegio giocare in questo club”

Dopo 8 anni di trionfi il centrale argentino ha salutato tutto l’ambiente catalano in una ultima commossa conferenza stampa prima di partire per la Cina e vestire i colori dell’Hebei: “Un gruppo speciale, ringrazio tutti, sono onorato di aver potuto giocare in questa società. Adesso punto ai Mondiali”
A cura di Alessio Pediglieri
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Mascherano e il Barcellona si sono stretti la mano e si sono salutati per sempre dopo otto stagioni vissute ricche di successi e trionfi. L'argentino ha deciso di chiudere la stagione in Cina, laddove giocherà titolare nella speranza di strappare un posto nella nazionale impegnata in estate nei Mondiali in Russia2018. Nel giorno dell'addio, la voglia del centrale è come quella dei primi anni.

8 anni di successi

Dopo 8 anni e tantissimi trofei in bacheca con la maglia blaugrana, Javier Mascherano ha salutato oggi il Barcellona e i suoi tifosiperché ha scelto di trasferirsi in Cina,  giocando con i cinesi dell'Hebei, ultima opportunità per non perdere i Mondiali in Russia. Un addio emozionato e commosso alle lacrime, con ‘El Jefecito' che si e' detto "privilegiato per l'affetto ricevuto in questi anni a Barcellona. Sono io il fortunato. Adesso il sogno e' finito ma e' durato molto piu' a lungo di quanto pensassi".

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L'addio ad un gruppo vincente

Il Barcellona ha fatto di tutto per trattenerlo ma alla fine l'addio è arrivato. Ma per Mascherano è stato un passaggio senza rimpianti o critiche, ricevendo gli auguri di tutti i suoi ex compagni:

"Lo spogliatoio è stato il nostro segreto in tutti questi anni. Quando sono arrivato qui ho pensato che avrei incontrando un gruppo difficile ma e' stato il contrario, perche' ho trovato un grande gruppo.  Ho sempre detto che la cosa piu' difficile di essere al Barca sarebbe stato il giorno in cui me ne sarei andato. All'addio stavo pensando da un po' di tempo".

La poca considerazione di Valverde

La motivazione principale è stato il poco feeling con Valverde con cui Mascherano aveva perso il posto in squadra e lo scarso minutaggio poteva costargli il posto al Mondiale in Russia.

"Ho cercato di trovare una soluzione che accontentasse tutti. A volte e' meglio fare un reset e ricominciare da capo. Non mi sentivo piu' il giocatore che ero stato in precedenza, ne' l'importanza che aveva anni fa e avevo bisogno di questo cambiamento. Adesso dopo l'avventura in Cina puo' succedere di tutto, non penso a diventare allenatore."

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