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Marotta: “Bonucci via perché insoddisfatto. Allegri non c’entra”

L’amministratore delegato della squadra campione d’Italia ha concesso una lunga intervista a Il Giornale in cui ha affrontato diversi temi: dalla presenza della famiglia Agnelli in un club come la Juve al periodo di Dybala passando per l’acquisto di Higuain e i progetti futuri.
A cura di Vito Lamorte
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Beppe Marotta è uno dei dirigenti italiani più noti nell'ambiente per il modo in cui sta lavorando alla Juventus. L'amministratore delegato della squadra campione d'Italia ha concesso una lunga intervista a Il Giornale in cui ha affrontato diversi temi: dalla presenza della famiglia Agnelli in un club come la Juve al periodo di Paulo Dybala passando per l'acquisto di Higuain e i progetti futuri.

Il direttore generale della Juve ha parlato dell'ultima campagna acquisti: "Matuidi strapagato? Non sono d'accordo. Venti milioni più bonus per un giocatore integro fisicamente che aggiunge personalità sono sostenibili. Se si pensa che abbiamo venduto Bonucci a quaranta". L'obiettivo principale è quello di regalare a Massimiliano Allegri un vero top player: Emre Can il nome più caldo, Milinkovic-Savic il sogno e poi c'è sempre un occhio su Goretzka.

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Marotta e gli Agnelli: È un senso di appartenenza

Beppe Marotta ha provato a descrivere la differenza tra le proprietà straniere arrivate in Italia e la famiglia Agnelli, da anni al timone della Juventus:

La differenza con le proprietà straniere? Avere una famiglia così longeva alla guida del club significa avere un grande senso di appartenenza. Un Agnelli alla presidenza è un valore aggiunto. Andrea ha creato un modello vincente, è stato lungimirante con due principi: la competenza e la delega. E tutto in questa società è finalizzato alla vittoria.

Marotta: Higuain? Si è creata opportunità

Il dirigente è tornato, per l'ennesima volta, a parlare dell'operazione che ha portato a Torino Gonzalo Higuain: "Si è creata un'opportunità con il Napoli in un preciso momento in cui abbiamo deciso di fare un investimento, ma non possiamo pensare di farlo tutti gli anni. E l'operazione Pogba allo United ha facilitato le cose".

Marotta: Alves voleva andare via. Allegri non c'entra con Bonucci

Sulle cessioni della scorsa estate Marotta ha detto qualcosa in più rispetto alle interviste precedenti. Il direttore generale del club bianconero si è soffermato sia su quella di Dani Alves che su quella di Leonardo Bonucci. Sul brasiliano dice che "è stato un fulmine a ciel sereno, sembrava volesse il City, poi è arrivato il Psg. C'è stato un momento di contrasto, perché ho fatto valere il rispetto del professionista nei confronti della Juventus". Sul passaggio di Leonardo Bonucci al Milan ha affermato: "Premetto che l'allenatore non è la causa della sua partenza. Eravamo preparati perché nelle discussioni che normalmente si fanno erano emerse delle insoddisfazioni da parte del calciatore".

Il futuro di Marotta: Non mi vedo in un altro club

Beppe Marotta ha affermato il suo tempo alla Juventus potrà dirsi concluso solo dopo la vittoria della Champions League e che non andrebbe in un altro club italiano ma gli piacerebbe un impiego in Federazione: "Il mio percorso non è concluso. C'è questa sfida di volere a tutti i costi la Champions. Poi se Agnelli dovesse decidere di cambiare non mi vedrei in un altro club, piuttosto in un ambito federale".

Marotta su Dybala: È diventato un campione

L'amministratore delegato dei campioni d'Italia ha difeso Paulo Dybala dagli attacchi degli ultimi tempi e ha motivato il suo periodo "nero" va ricercato in una crescita precoce: "Cosa succede a Paulo? Non ha avuto il tempo di essere talento: è diventato subito un campione. E se fa cose normali viene bocciato. Noi, come club, dobbiamo essere bravi a supportarlo".

Marotta e il mercato: Pogba la mia realizzazione professionale

Infine Beppe Marotta ha confessato quali sono stati i colpi di mercato che lo hanno reso più orgoglioso da quando fa questo mestiere:

Casiraghi venduto alla Juventus di Boniperti: un segno del destino. Cassano portato alla Sampdoria dal Real Madrid: un'emozione pura perché si trattava di recuperare un talento. Poi l'affare Pogba al Manchester United: la mia realizzazione professionale.

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