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Maradona da Dubai: “Non sono un evasore” (VIDEO)

L’ex Pibe de Oro proclama ancora una volta la sua innocenza dopo una vicenda processuale cominciata vent’anni fa.
A cura di Maurizio De Santis
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diego maradona

Un video messaggio registrato a Dubai per ribadire la propria innocenza e di non avere pendenze con il fisco italiano. "Non sono un evasore fiscale, non lo sono mai stato. Io giocavo a calcio". Nella clip che arriva dal Paese Arabo l'ex Pibe de Oro aggiunge ancora, a sua discolpa, che i rapporti con l'Ufficio Imposte (oggi Agenzia delle Entrate) erano curati dai suoi rappresentanti e da dirigenti del Napoli. Lui latitante che non può mettere piede nella sua città, gli altri ‘condonati' e liberi. "E' ingiusto possano andare a Napoli tranquillamente, a differenza mia. Chi dice che sono un evasore deve mostrare le prove. Davanti all'Italia e al mondo. Io non ho paura di tornare in Italia". Per il fisco, però, deve pagare 40 milioni di euro ai quali si aggiungono – dopo gli ultimi ricorsi – anche la condanna al rimborso delle spese legali di complessivi 2.000 euro: di cui 1.000 euro in favore di Equitalia e 1.000 in favore dell'Agenzia delle Entrate.

La ricostruzione della vicenda cominciata vent'anni fa.

– 1991, la notifica dell'atto. Maradona non ha mai materialmente ricevuto il documento inviatogli dal fisco nel 1991, a differenza del Calcio Napoli di Ferlaino, Careca e Alemao. Oggetto della contestazione erano compensi corrisposti a società estere per diritti d’immagine.

– 1994, innocenti in appello. Il club e i due calciatori brasiliani cominciarono già allora la battaglia legale e vinsero il ricorso tant'è che in appello furono considerati innocenti. L’Ufficio Imposte impugnò la sentenza.

– 2001, la ‘cartella' all'aeroporto Da Vinci. Nel 2001 a Maradona viene consegnata una notifica all’aereoporto Leonardo da Vinci, fa ricorso e si difende. Troppo tardi, perde in Primo e in Secondo grado.

– 2005, sentenza in Cassazione. La Corte conferma: l'ex Pibe è un evasore fiscale. Non ha materialmente ricevuto l’atto ma la notifica è valida e deve pagare. I suoi legali, però, non s'arrendono.

– 2012, Commissione tributaria provinciale. Dalla Commissione tributaria provinciale scaturisce lo stesso verdetto: Maradona deve pagare, nonostante le tesi addotte dagli avvocati.

– 2013, Commissione tributaria centrale. I legali di Careca, Alemao e del Calcio Napoli di Ferlaino fanno leva su una richiesta di condono presentata molti anni prima e la lite viene dichiarata estinta. Quelli di Maradona cantano vittoria e dichiarano che anche Maradona non è più evasore. La replica dell’Agenzia delle Entrate è immediata: "Non è vero, ci riserviamo di querelare chiunque per reiterata diffusione di notizie false". La verità processuale è che Maradona deve pagare. La sentenza non lo assolve.

– La sentenza depositata il 10 gennaio 2013. I legali di Maradona avevano presentato ricorso per contestare il "silenzio-rifiuto" con il quale il Fisco aveva accolto la richiesta di annullare le cartelle dell'ex attaccante del Napoli Calcio relative ai mancati pagamenti di tasse di sei diversi anni, dal 1985 al 1990. In particolare veniva lamentata la mancata notifica delle cartelle, la decorrenza dei termini per la prescrizioni e la nullità dell'avviso di mora. I giudici tributari hanno però respinto tutte le diverse motivazioni, non solo facendo riferimento alle norme di legge ma anche ripercorrendo i diversi ricorsi e sentenze nelle quali i magistrati fiscali si erano gia' espressi. E sui quali non possono tornare ad esprimersi di nuovo in base al principio giuridico "ne bis in idem" (non per due volte su cose identiche).

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