Maradona: “Napoletani, grazie. Chi ama non dimentica”
"Ai Quartieri Spagnoli l'inaugurazione del murales che ricorda il nostro secondo scudetto. Napoletani, grazie, non ho parole… chi ama, non dimentica". E' il messaggio pubblicato da Maradona sulla propria pagina Facebook e dedicato ai tifosi azzurri. Già, chi ama il Dieci non dimentica. Oggi come allora, il corazon batte sempre alla stessa maniera per il campione che ha regalato alla città un sogno a occhi aperti. Oggi come allora, non chiedete il perché… a quasi trent'anni di distanza nel rapporto tra Diego e il suo popolo c'è qualcosa di endemico, che va oltre la gioia per i successi sportivi conquistati sul campo in barba alla Juventus (rivale storica di sempre) e dei poteri del Nord incarnati da Milan e Inter. Chi ama il Dieci non dimentica, è scritto ovunque: su adesivi, magliette, bandiere, sciarpe, tazze e caccavelle, corpi tatuati e mura dipinte, nei film, nella comicità popolare, nei libri e sulla vita quotidiana di chi sa quant’è duro il mestiere di vivere che non è solo proverbiale arte di arrangiarsi.
Le immagini della gente in festa dinanzi al simulacro (ri)affrescato, restituito ai tifosi e al popolo (quasi fosse l'icona di un dio che benedice e protegge quell'angolo di mondo dimenticato da tutti), mettono i brividi: non si tratta di semplice nostalgia per una stagione – quello dei successi in Italia e in Europa – ormai lontano, è molto di più. E' passione viscerale, amore incondizionato che vince l'oblio del tempo. E' uno stato d'animo che relega nel cono d'ombra ogni tentativo del business di prendere il sopravvento sulla storia. E' l'esaltazione dell'individualismo e delle grandi doti tecniche, umane del campione che si opponeva alla logica ferrea degli schemi del Milan di Sacchi. E' sacro che si mescola col profano. E' un altare nel Corpo di Napoli dove è conservata la reliquia (un capello) dell'ex Pibe de Oro. E' una religione pagana. E' Maradona, che non sarà mai un uomo normale come l'amore del suo popolo. E oggi come allora, difende la città.
