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Maradona: “10 si nasce? Pensavo di sì, adesso lo porta chiunque” (VIDEO)

Diego si racconta a 360 gradi a “Che tempo che fa” tra droga, gol, ricordi e aneddoti. “Il Napoli? De Laurentiis non mi vuole”
A cura di Alessio Pediglieri
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Maradona ancora protagonista, dopo il suo arrivo in Italia per far visita al principale giornale sportivo italiano e dopo essere stato la guest star di Roma-Napoli in tribuna all'Olimpico dove i partenopei hanno subito una sconfitta cocente con la rabbia del Pibe che ha dovuto assistere impotente alla debacle degli azzurri. Così, ospite a "Che tempo che fa" di Fazio, il Pibe ha monopolizzato ancora una volta l'attenzione generale dei media e degli appassionati di calcio, raccontandosi a 360 gradi dai periodi neri della droga, ai ricordi di Napoli, dell'Argentina, del Boca. Passando per l'amore per le figlie, per il calcio e per i tifosi che l'hanno sempre amato.

Dieci e lode – Maradona non può che soffermarsi su quel numero ‘magico' che nel mondo del calcio è indissolubilmente legato a lui, alla sua leggenda, alla sua persona. Con qualche rammarico per i tempi moderni dove l'identificazione non c'è più: "Numero dieci si nasce? Sì, anche se oggi il numero dieci lo indossa chiunque. Non so se è buono quello che vedo oggi nel calcio. I giocatori cambiano la maglia come i pantaloni. Quando giocavo non si cambiava tanto facilmente squadra. Guadagnamo già tanto, perchè deludere i tifosi?
Io volevo fare il libero, all'inizio perchè è un ruolo che mi è sempre piaciuto perchè deve intuire le mosse avversarie è quello che controlla tutto, vede tutto e parla con tutti. Il mio primo pallone venne regalatomi da mio cugino con i suoi primi soldi. Avevo tantissimi sogni da bambino: andare via dal posto in cui eravamo dove non c'era luce nè acqua, volevo prendere una casa a mia mamma. Poi tutti gli altri sogni, come calciatore e atleta, come vincere i mondiali. Su Brasile 2014 dico che sarà un momento importante per la gente brasiliana anche se ci sono cose più delicate di una coppa del Mondo. Ci saranno i mondiali e poi le olimpiadi e credo che sarà un costo molto alto per le persone normali. Prima bisognerebbe pensare alla gente che ha necessità prima di pensare a questi avvenimenti"

Nessun esempio – Maradona sa di essere un mito vivente, ma come tale sa anche quanto vale riuscire ad essere normale malgrado tutto. Un lavoro anche quello, che El Pibe compie ogni giorno, soprattutto ricordando i momenti più difficili tra droga e cattive compagnie: "Io farò 53 anni ma è come se ne avessi 85 perchè ho vissuto tantissimo tutto in modo intenso nel bene e nel male. Sono stato malato di droga per tantissimo tempo e me lo porto dentro. So di aver sbagliato e di avere fatto grandi errori ma ho semplicemente fatto male a me stesso senza coinvolgere nessuno. Io prendevo la droga ma mi nascondevo da Dalma e Giannina, avevo paura e vergogna. E le mie figlie mi hanno dato la forza di uscire perchè la droga ha una forza che nessuno immagina. Adesso sono dieci anni che non assumo più nulla. Io non sono mai stato l'esempio di nessuno. L'unico esempio sono i genitori. Al massimo possiamo dare un esempio a livello sportivo, non possiamo però sostituirci ai genitori e agli educatori. I miei amici? Sono molto pochi, non ci sono tante persone che sono rimaste legate a me realmente. In 40 anni di attività e viaggi credo di avere pochi ‘amici' in senso stretto"

I momenti indimenticabili – Tantissimi, dai gol alle vittorie, ai tifosi e ex compagni. Una vita straordinaria, vissuta nel calcio e per il calcio. Maradona ne ricorda alcuni: "Uno dei miei gol indimenticabili è del 10 aprile 1981 in River-Boca: una rete importantissima, con stop e dribbling al portiere. E' stato un gol segnato con la squadra del cuore, la vera squadra del cuore. Un'immagine importante per me? Quando Bruscolotti mi lasciò la fascia di capitano, mi fece diventare più grande, più uomo, più tutto e non finirò mai di ringraziarlo per quel gesto che segnò e cambiò in meglio e per sempre la mia vita. E poi la gente di Napoli:  ha creduto sempre in me. Altri hanno voluto mettermi in bocca parole e pensieri che non ha mai detto. Chi ama non dimentica dice un detto ed è vero: io sono con tutti i napoletani e loro sono stati sempre con me"

De Laurentiis e il Napoli – Un sassolino nella scarpetta però Diego ce l'ha ed è rivolto a Napoli: "Allenare Napoli dopo Benitez? Sì, l'ho detto e lo farei volentieri. Ma non credo che accadrà così facilmente. C'è De Laurentiis a Napoli e finchè c'è lui non potrà accadere questo: lui non mi vuole…."

Equitalia – Infine, l'ultima battaglia, quella con il fisco italiano: "Non sono mai stato un evasore nè in Italia nè in altri Paesi. Io no nho mai frodato il fisco perchè quel contratto non l'ho mai firmato io ma i colpevoli sono Coppola e Ferlaino. Io non ho mai firmato nulla e loro vanno in giro liberi, mentre a me fanno di tutto, togliendomi gli orecchini chiedendomi soldi. Insopportabile. io ho avuto anche degli sponsor pronti a pagare per me il mio debito ma io non ho mai voluto: io non ho debiri sono pulito e voglio raggiungere la verità anche su questo argomento. Io non firmavo contratti, io andavo in campo a far sorridere la gente".

 

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