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Manovra, addio al Totocalcio: la schedina va in pensione

La schedina del Totocalcio ha appassionato intere generazioni di giocatori, che a più riprese hanno tentato la fortuna, inseguendo il 13 miliardario (o milionario). I tempi cambiano ed ecco che l’addio al Totogol, a “Il 9” e alle mitiche schedine del Totocalcio è dietro l’angolo: è in arrivo infatti una riforma dei concorsi “pronostici sportivi”, con un emendamento dei dei relatori alla Manovra, non ancora votato in commissione Bilancio al Senato.
A cura di Marco Beltrami
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Un appuntamento fisso, un vero e proprio rito. La schedina del Totocalcio ha appassionato intere generazioni di giocatori, che a più riprese hanno tentato la fortuna, inseguendo il 13 miliardario (o milionario). I tempi cambiano ed ecco che l'addio al Totogol, a "Il 9" e alle mitiche schedine del Totocalcio, è dietro l'angolo: è in arrivo infatti una riforma dei concorsi "pronostici sportivi", con un emendamento dei relatori alla Manovra non ancora votato in commissione Bilancio al Senato

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Perché diremo addio alla schedina del Totocalcio

C'è la volontà di rilanciare anche il famoso concorso nato il 6 maggio del 1946 e per questo si prevede un gioco diverso. Senza comportare "rischi connessi al disturbo da gioco d'azzardo" si vuole creare un unico prodotto, che possa garantire l'aumento delle possibilità di vincita con l'opportunità di farne pubblicità in deroga al decreto dignità. Una promozione che sarà affidata alla nuova Sport e Salute che sostituisce Coni Servizi. La schedina del Totocalcio dunque, già "sostituita" da anni dalle scommesse online e nei centri specifici è destinata a sparire del tutto, e restare solo un ricordo.

La storia della schedina del Totocalcio

Nata il 5 maggio 1946, la schedina ha rappresentato per più di 70 anni, l'oggetto delle speranze degli italiani, con la passione per il calcio. Un concorso a premi sviluppato da un'idea di Massimo della Pergola giornalista della Gazzetta dello Sport che parlò di questa sua intuizione con il direttore dell’epoca, Bruno Roghi. La ‘schedina' era composta da tredici partite di fila, di ogni campionato riconosciuto dalla FIGC, dalla Serie A alla scomparsa Serie C (oggi LegaPro). Bisognava indovinare l'esito finale di ogni incontro. Non i gol, il risultato esatto o i marcatori. Bastava inserire un "1" per il successo casalingo, la "X" che indicava il pareggio o il "2" per sottoscrivere la vittoria della squadra fuori casa.  Un gioco apparentemente semplice, ma che rappresentava una vera e propria sfida in termini di competenza, "rischio" e fortuna. L'espressione "ho fatto 13" infatti è diventata ormai di uso comune e rappresenta ormai anche il raggiungimento di un obiettivo prestigioso, o il conseguimento di una grande vincita. D'altronde negli anni '80 e '90, i montepremi del Totocalcio sono stati miliardari.

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