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Mandorlini umiliato e punito dallo ‘iettatore’ Sarri

Così, nel 2011 in occasione dei play-off per la promozione definì l’attuale tecnico del Napoli (allora all’Alessandria). Oggi, Maurizio Sarri è tornato da Verona con una vittoria perentoria firmata Insigne-Higuain che rilancia i partenopei al secondo posto e sprofonda i veneti in penultima posizione.
A cura di Alessio Pediglieri
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La sconfitta contro l'imbattibile Napoli al Bentegodi brucia come sale sulle ferite per Andrea Mandorlini, tecnico degli scaligeri, unica squadra a non aver ancora vinto una partita dopo 13 turni di campionato. Un 2-0 firmato Insigne-Higuain che rilanciato le ambizioni partenopee, secondi a due punti dalla capolista Inter che verrà affrontata nel prossimo monday-night al San Paolo. Ma soprattutto una vittoria firmata Maurizio Sarri, allenatore che Mandorlini non ha mai sopportato e spesso, in passato, anche irriso e insultato. Ma che dopo domenica si è tolto dallo scarpino più di un semplice sassolino.

"Sarri porta sfiga" – Questo era stato il pensiero di Andrea Mandorlini quando nel 2011, sempre in sella all'Hellas Verona, si apprestava a salire in serie A attraverso i play off dove si scontrò nella finale contro la Salernitana. Nel lotto di chi si giocava l'accesso in massima serie c'era anche la piccola Alessandria, guidata da uno sconosciuto Sarri che non andò oltre la semifinale lamentando un trattamento arbitrale ingiusto "atto ad aiutare piazze più grandi". Fu forse un caso, forse no, ma l'attuale tecnico del Napoli ebbe ragione visto la promozione se la giocarono tra Verona e Salerno. Mentre Sarri criticava gli arbitri, Mandorlini criticava  – senza motivo – Sarri: "A me non piace parlar male di allenatori ma so che Sarri è uno che veste di nero e non porta proprio bene. Vede le cose negative".

Recidiva – Frasi che si sposano bene con Mandorlini, spesso inciampato sul sul modo di fare per nulla politically correct. Proprio in occasione della promozione ai danni della Salernitana, l'allenatore degli scaligeri festeggiò unendosi al coro dei tifosi, in un poco edificante "ti amo terrone". Giustificandosi, poi, come semplice momento goliardico. Decisamente inopportuno. Che aprì le critiche ad un tecnico che aveva difficoltà nel confrontarsi a 360 gradi con il mondo del calcio, avendo sempre prima giocato e poi allenato al centro-nord d'Italia, in un alone mai smentito né nascosto, quasi di ‘anti meridionalismo' latente.

Iettatura ed esonero – Oggi, però, di certo non avrà pensato che Sarri portasse sfortuna. Uscendo dal campo a testa bassa e con un classifica che vede il Verona relegato in zona retrocessione senza alcuna vittoria dopo 13 partite, ha altro a cui pensare. La dirigenza scaligera gli ha rinnovato la fiducia, lui professa che con "il rientro di Luca Toni si torneerà anche a vincere". Come fosse cosa semplice o da poco e con un cattivo pensiero in più: che lo ‘iettatore' Sarri questa volta potrebbe costargli l'esonero.

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