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Leonardo all’Inter, Mourinho ha il Barça nel cuore: il tradimento si consuma in panchina

Tanti i ‘voltagabbana’ della panchina nel mondo del calcio: oggi Mancini contattato dalla Juve, ma in passato anche Capello e Mourinho tra i ‘mercenari’ senza bandiera.
A cura di Alessio Pediglieri
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alennatori traditori

La notizia della Juventus che cerca Roberto Mancini in qualità di allenatore per il dopo Delneri, ha del clamoroso. Non solo perché la società bianconera conferma di non credere più in un progetto nato appena 12 mesi fa con una rifondazione nella squadra e una serie di neo-acquisti che hanno bisogno di tempo per creare un gruppo, e con un cambio tecnico-dirigenziale importante con la coppia blucerchiata Marotta-Delneri.

Roberto Mancini alla Juventus, un’ipotesi solo due anni fa impossibile, mentre oggi se ne parla e si discute di un inserimento del tecnico di Jesi come guida tecnica della Vecchia Signora. Perché tanto scalpore? Chi non ha la memoria corta ricorda benissimo che ad inizio del Terzo Millennio, quando il ‘Mancio’ approdò in nerazzurro e restò all’Inter negli anni bui di Calciopoli, proprio Roberto Mancini non ebbe mai parole tenere nei confronti della Juventus, avversaria da osteggiare in qualsiasi modo: sul campo e soprattutto a parole.

mancini inter juventus

Non si è mai tirato indietro, Mancini nell’attaccare Moggi e la dirigenza della Triade, insieme alla Gea, al figlio di Lippi, Davide, procuratore con corsie preferenziali nel mondo degli agenti di mercato. Un’insofferenza ricambiata totalmente dal mondo bianconero che ha spesso indicato proprio in Mancini l’emblema di un’Inter arrogante, forte di una giustizia sportiva ‘pilotata’, a favore dei colori nerazzurri e soprattutto atta ad affondare quelli bianconeri. Nemici giurati: mai si sarebbe pensato a qualcosa di differente. E invece, è bastato un paio di stagioni di purgatorio lontano dall’Italia, un addio all’Inter non proprio edificante, qualche buon risultato in Premier con il Manchester City che ecco apparire tra i nomi nuovi per la futura panchina juventina, anche quello di Mancini. Che ha smentito contatti che ci sono stati con la dirigenza bianconera, per puro opportunismo, visto che sta conquistando il quarto posto che vale la Champions e una finale di FA Cup che potrebbe scrivere la storia del City.

In questo senso, Roberto Mancini conquista la palma del ‘voltagabbana’ del pallone moderno, ascrivendosi tra i maggiori – o peggiori – “traditori” e “mercenari” in un mondo dove non solo le bandiere in campo ma anche le guide in panchina a lungo termine non  esistono più. Se mai sono esistite in passato.

capello roma juventus

Basti ricordare un certo Fabio Capello ai tempi della Roma, quando contro – ancora – la Juventus, in Capitale si giocavano sfide che valevano scudetti, Coppe e prestigio calcistico. Proprio il tecnico friulano era stato incoronato dal mondo giallorosso quale Paladino della lotta al ‘potere’ bianconero sul campo e tra le stanze del Palazzo. Un beniamino, un’icona. Che tradì, in una notte, un’intera città e un intero popolo approdando proprio sulla panchina del nemico di sempre: la Juventus. Era il 2004 e a Roma scoppiò il finimondo, anche perchè fu lo stesso Capello a dire pubblicamente che mai avrebbe allenato la compaggine bianconera.
Ma a raccontare la storia di uomini senza patria sulle panchine di calcio non sono solamente Capello e Mancini, la lista è lunga e ricca.

leo inter milan

Non ultimo, un certo Leonardo, altro capostipite dei classici ‘voltagabbana’ degli allenatori: 13 anni al Milan, prima da giocatore poi da dirigente e non appena viene chiamato da Massimo Moratti rilascia dichiarazioni da ‘vecchio’ cuore nerazzurro. Mai rinnegando il proprio passato, ma sposando da subito la causa di chi, solo un anno prima era l’Avversario che aveva umiliato il Milan in campionato. E oggi, il popolo rossonero prossimo al 18° scudetto, non può che godere doppiamente per aver conquistato il titolo contro il ‘traditore’ Leonardo, il “Giuda” sportivo punito e umiliato nel modo migliore.

mourinho bracellona real madrid

Ma per non toglierci nulla, e per confermare che da sempre c’è chi è senza patria e senza maglia non si può dimenticare che nemmeno il signor Josè Mourinho si salva nella schiera dei ‘voltagabbana’ del pallone. Anzi, è un antesignano visto che nel lontano 1997 era il secondo di Bobby Robson al Barcellona. E in quei giorni urlava al mondo: "Oggi, domani e sempre con il Barça nel cuore", imbarazzante dichiarazione oggi che – da allenatore del Real Madrid – è visto come il più grande nemico del ‘barcelonismo’ tanto da venire denunciato dal Barcellona e con l’UEFA che aprirà un’inchiesta.
Tempi che corrono, stili che non cambiano

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