Manchester City: tutti ricevono la medaglia, Foden no. Colpa di Guardiola
Phil Foden ha 17 anni e gioca nel Manchester City di Pep Guardiola. Di ruolo è un centrale di centrocampo, uno dei talenti più interessanti del club anche per la duttilità tattica che gli consente di agire pure qualche metro più avanti come trequartista oppure esterno a destro sempre in mediana. Il tecnico catalano gli ha riservato spiccioli di presenza, appena 4 per un totale di 35 minuti, e s'è attirato critiche durissime per quanto accaduto in occasione dell'ultima gara di campionato disputata all'Etihad Stadium contro l'Huddersfield.
Delusione. In occasione di una partita buona solo per le statistiche, nel giorno dei festeggiamenti per la conquista del titolo in Premier League non tutto è andato per il verso giusto e Foden un po' c'è rimasto male. Perché, se l'allenatore lo avesse fatto entrare sul rettangolo verde anche solo per pochi minuti anche lui sarebbe tornato a casa con la medaglia al collo.
Regolamento. Invece, nulla: il regolamento del campionato inglese prevede che un riconoscimento del genere possa essere assegnato solo al calciatore che abbia giocato almeno cinque incontri durante il torneo. Una norma che ha subito una parziale modifica pochi anni fa, considerato che fino al campionato 2012/2013 la quota del numero di match era maggiore (10).
Critiche a Guardiola sulla gestione dei cambi. A Foden, però, non è bastato per raccogliere la quinta presenza necessaria per far parte di premiazione e festeggiamenti ufficiali. Perché non è entrato? Guardiola lo aveva anche mandato a scaldarsi poi ha cambiato idea sui cambi (Bernardo Silva al posto di Stones) e, a sostituzioni esaurite, al ragazzo null'altro è rimasto che accomodarsi di nuovo in panchina. Un gesto che ha fatto storcere il naso a molti tifosi del Manchester City i quali non hanno risparmiato critiche al manager catalano così poco indulgente nei confronti del giovane centrocampista.