Manchester city. Mancini: mi criticano perchè sono italiano
Non è un pensiero politically correct, ma di certo ha attraversato la mente della maggior parte degli italiani.
I tabloid sportivi britannici, spesso voce dei sentimenti popolari più che delle lucide opinioni dei sudditi di sua maestà, quando si tratta di calcio amano far quadrato intorno alla union jack e riversare livore verso gli stranieri.
Lo sanno bene Ancelotti e Capello, costretti a non sbagliare un colpo per non finire sulla graticola allestita dai media. Il primo può dormire sonni tranquilli, il suo Chelsea è uno schiacciasassi in campionato ed in champions; il secondo invece è diventato il capro espiatoio preferito dai giornali dopo il disastro inglese nel mondiale 2010.
Mancini è in questo momento il bersaglio preferito della stampa, la quale non lesina campagne al limite del diffamatorio dopo la sequela di sconfitte del Manchester City.
il suo Manchester City ha subito la terza sconfitta consecutiva (dopo Arsenal, Wolves e il non certo imbattibile Lech Poznan in Europa league). Inoltre si rincorrono le voci sui “furibondi litigi” fra il tecnico e i giocatori, alcuni dei quali sembra abbiano addirittura creato una “fronda” anti-Mancini all’interno della squadra, guidata da Tevez, Adebayor e Given.
Ma il tecnico jesino non ci sta, replica alla stampa dichiarando al Daily Telegraph di non essere per niente preoccupato di perdere la panchina del City. Anzi, definisce le voci relative al suo esonero “spazzatura”. Il vero problema, secondo il Mancio, è di essere italiano, e per questo suscitare i sentimenti più sciovinisti e nazionalisti degli inglesi, notoriamente molto meno esterofili e aperti al multiculturalismo quando si tratta di pallone, specialmente quando le cose si mettono male
Scuse? diversivi per sviare l’attenzione dei media sul calo di rendimento del suo City? La cosa certa è che Mancio è venuto a conoscenza in maniera traumatica con uno dei veri poteri forti del calcio in terra d’Albione: la famigerata stampa britannica