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Mai più un altro Neymar: così l’UEFA sta varando il Fair Play 2.0

Il presidente dell’UEFA Ceferin sta varando la seconda fase del Financial Fair Play, tra controlli sulle posizioni debitorie dei club, la fine dei finti prestiti o cessioni a club ‘amici’, fino all’obbligo di mettere a bilancio le percentuali agli agenti, con indagini e sanzioni immediate, non a distanza di una stagione.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il passaggio di Neymar dal Barcellona al Psg attraverso i fondi qatarioti di proprietà del magnate del club francese, ‘travestiti' da sponsorizzazioni hanno lasciato il segno. Per l'UEFA questo tipo di transazioni non potranno più essere fatte perché il Fair Play è una cosa seria. Varato da Platini, adesso Ceferin lo sta modificando per renderlo ancora più autoritario, verso una tolleranza zero nei confronti dei ‘furbetti' dell'economia creativa.

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Anche i finti trasferimenti a titolo definitivo travestiti da ‘prestiti' con riscatto, che sono all'ordine del giorno con accordi diretti tra i rispettivi club senza coinvolgere il giocatore e il suo entourage, verranno smascherati. Una prassi che sta prendendo sempre più piede e che l'UEFA ha deciso di stoppare col pugno di ferro.

Neymar, la madre di tutti i trasferimenti ‘vietati'

I milioni dello ‘sponsor'

Dunque, mai più un altro Neymar, il trasferimento da 222 milioni di euro che la scorsa estate il Psg si permise di concretizzare alla faccia del Fair play, annoverando tra le entrate, anche i milioni girati nelle casse del club da parte di alcuni sponsor che altro non erano società direttamente collegate con lo stesso proprietario qatariota del club.

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Rafinha, Mbappè e i ‘finti' prestiti

Le illazioni sull'accordo Barça-Inter

Il tutto per aggirare le normative vigenti senza incorrere in sanzioni o divieti mentre metà d'Europa denunciava il ‘fattaccio', con l'UEFA costretta però a legittimarlo pur aprendo indagini e verificandone la liceità. Un po' come nelle scorse settimane si è vociferato in merito al trasferimento di Rafinha all'Inter. Il centrocampista è arrivato ufficialmente dal Barcellona in prestito con diritto di riscatto ma c'è chi giurerebbe di un ‘obbligo' scattato con la conquista della Champions.

Il dietrofront del Psg su Mbappè

Lo stesso ‘trucchetto' utilizzato dal Paris Saint Germain su Mbappè prelevato dal Monaco per oltre 100 milioni. Il club francese provò a inserire in bilancio la spesa per la gestione successiva, ma i controlli dell'UEFA spinsero il club a non forzare ulteriormente la mano, tornando sui propri passi e inserendo il trasferimento per ciò che era realmente: un acquisto a titolo definitivo da mettere a bilancio.

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Un escamotage per non inserire a bilancio un acquisto altrimenti impossibile per le finanze nerazzurre, da anni sotto le spire del Fair Play con cui si sta barcamenando tra multe, dilazioni e rischio sanzioni sportive. Da adesso, anche questa tipologia di trattativa non potrà più venire realizzata: l'UEFA avrà occhi più vigili e tutto si dovrà verificare alla luce del sole.

Le principali novità del Fair Play di Ceferin

Oramai è una decina d'anni che vige il FFP (Finalcial Fair Play) che venne inserito da Michel Platini e poi ratificato da Infantino e oggi migliorato da Ceferin. Malgrado le tantissime lacune e le troppe accondiscendenze, l'UEFA però ha ottenuto in questa sua prima fase un risultato fondamentale: ridurre il debito nel calcio.

Nel 2010 il deficit globale era di 1,7 miliardi di euro: siamo arrivati a 280 milioni di euro e la storia recente dei controlli UEFA racconta di multe – in Italia – che hanno toccato Inter e Roma e che stanno coinvolgendo ultimamente il Milan di Li. In Europa, le vittime più importanti sono state City e Psg. Adesso, con la seconda fase, tutto diverrà ancor più rigido e senza sconti per nessuno.

Bloccare il potere degli agenti

Uno dei principali obiettivi è dare un taglio al potere che oggi hanno procuratori e agenti Un esempio concreto, il ‘caso' Balotelli al Nizza. Anche se SuperMario è in scadenza di contratto e per le normative UEFA partirebbe a parametro zero, sembra che vi sia un accordo che preveda comunque, un ‘indennizzo' da girare al club francese, di circa 10 milioni, concordato con l'agente del giocatore, Mino Raiola. Un cortocircuito alla quale l'UEFA non vuole più sottostare.

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Ci sarà infatti l’obbligo da parte delle società di pubblicare sul sito i bilanci e le spese sostenute per gli agenti. Nessuna violazione al diritto della privacy: le somme corrisposte ai procuratori non verranno svelate in modo chiaro e a parte, ma saranno ‘aggregate', ovvero inserite nella spesa e (milione più milione meno) si potranno comunque dedurre dal totale.

Con 100 milioni di sbilancio, indagine e sanzioni immediate

Una delle critiche più forti al fair play riguardavano le irregolarità ‘scoperte' e poi sanzionate almeno un anno dopo, nelle successive sessioni di mercato. Oggi si cambia: se in una finestra di mercato tra acquisti e vendite ci sarà un divario di almeno 100 milioni, l’Uefa può fare controlli subito, aprendo un'indagine e intervenendo con sanzioni immediate. Nessun blocco di mercato, ma multe pesanti da dover pagare ancor prima di raggiungere eventuali obiettivi (e rientri economici) della stagione successiva.

Fine ai ‘falsi' prestiti: subito a bilancio

Non sarà più possibile nemmeno comprare un giocatore nascondendolo in un prestito, per posticipare il deficit al bilancio successivo. L’operazione tra i due club andrà iscritta a bilancio come acquisto immediato. Anche in questo caso un esempio chiaro: l’anno scorso ci aveva provato il Psg con Mbappé, quest'anno ci avrebbe provato l'Inter con Rafinha.

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Stop ai trasferimenti ai club amici

Anche la gestione di trasferimenti tra società ‘amiche' e in accordo svanirà. Soprattutto tra club che risalgono alla medesima proprietà anche se in campionati e serie differenti (il patron Pozzo, ad esempio oltre all'Udinese ha in mano il Granada in Spagna e il Watford in Inghilterra). Dunque, se per rientrare dalle spese si proverà a vendere (ad una società accondiscendente) un giocatore al triplo del suo acquisto, a bilancio, potrà essere inserito solamente la medesima cifra sborsata per l'ingaggio.

Nessun incasso ‘previsto': solo entrare reali

Anche il gioco degli incassi previsti non potrà essere più adottato. Gli incassi potranno essere contabilizzati quando effettivamente realizzati e non in previsione. Accadde, ad esempio, ancora al Milan quando presentò il  voluntary agreement all'UEFA, inserendo come entrate certe, i guadagni che sarebbero arrivati dalle competizioni europee (tra cui anche la Champions, con la qualificazione poi fallita). E – stando ancora in Italia – lo stesso ‘trucchetto' venne fatto dalla Lazio nella stagione 2014-2015 inserendo i guadagni previsti dall'anno successivo.

Controllo della posizione debitoria

Infine, un altro elemento sul quale l'UEFA sta ponendo maggior attenzione è anche legato ai debiti che ogni società potrebbe avere. Ci saranno controlli più stretti sulla posizione debitoria, spia di problemi dei club. Per cui di fronte a buchi che si potrebbero presentare durante la stagione – per problemi anche extracalcistici collegabili comunque alla proprietà – l'UEFA potrà richiedere indagini e interventi immediati.

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