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Ma cosa ha combinato Neymar? Il dribbling ubriaca il River

Il campione brasiliano protagonista di un’azione da playstation nella finale contro il River Plate: salta avversari come birilli, la palla sembra telecomandata.
A cura di Maurizio De Santis
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Ma cosa ha combinato Neymar? Numero di prestigio. Magia. Agilità e tecnica sopraffina. Uno-due micidiale. Serie di finte. Roba da playstation. Roba che nemmeno a Fifa oppure a Pes riesci a fare. Non basta una combinazione di tasti. Il dribbling effettuato dal campione brasiliano è da applausi, da restare a bocca aperta per la meraviglia. La palla sembra telecomandata, ne fa quel che vuole, la manda dove vuole e torna sempre tra i suoi piedi. Ai calciatori del River Plate, frastornati, non resta che usare le maniere forti per fermare quel giocoliere travestito da calciatore. Suarez (doppietta) e Messi hanno messo la firma in calce al successo conquistato in Giappone ma l'ex Santos s'è reso protagonista alla sua maniera. E pensare che per dabbenaggine (l'infortunio muscolare rimediato nella rifinitura di Champions col Bayer) aveva rischiato di saltare la sfida.

Straordinario. Dirompente. Fatale. Non ci sono più parole per definire la bella prestazione di Neymar che, oltre ad aver alzato il trofeo, s'è tolto anche una ‘piccola' soddisfazione a livello personale scrivendo il proprio nome nel novero dei campioni che sono riusciti a ottenere il prestigioso ‘triplete': Coppa Libertadores, Champions League e Mondiale per club. Prima di lui era tocca a Cafu, Carlos Tevez, Walter Samuel e al portiere Dida. La stella della Seleçao cancella anche una macchia che aveva sulla carriera: la sconfitta incassata quand'era al Santos nel 2011, allora il Barcellona era suo rivale. Allora ne prese quattro, ma quella era un'altra storia.

Dani Alves da record. Fa il vuoto nella speciale classifica dei difensori più titolati di sempre con 29 trofei. Alle sue spalle c'è Gerard Piqué (25), entrambi superano ex campioni quali Cafù (24), Paolo Maldini (23) e Gary Neville (22). "Stiamo vincendo tutto grazie a un gruppo straordinario – ha ammesso Luis Enrique nel dopo gara -. Un gruppo che ha sempre fame di vittorie".

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