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Lulic, 10 giornate di squalifica per le frasi razziste su Rudiger

E’ quanto rischia il calciatore della Lazio per le dichiarazioni post derby. Il Giudice Sportivo potrebbe colpire duramente il bosniaco: il regolamento della Figc prevede una pesante squalifica per chi si rende protagonista di azioni discriminatorie nei confronti di una persona di etnia, razza o religione diversa.
A cura di Alberto Pucci
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Nel weekend dedicato alla preghiera e al ricordo dei ragazzi della Chapecoense, il calcio europeo ha messo in mostra parte del suo lato peggiore. Dal dito medio di Carvajal ai tifosi del Barcellona al petardo tirato addosso al portiere del Lione, l'atmosfera è stata fin troppo rovente. Purtroppo anche il derby di Roma non è stato esente da episodi violenti e da condannare. Le dichiarazioni post gara di Senad Lulic, nei confronti del difensore giallorosso Rudiger, hanno nuovamente riportato alla luce il problema del razzismo nel calcio.

La delirante frase del biancoceleste ("Rudiger vendeva cinture e calzini"), rischia ora di costare molto cara al bosniaco finito inevitabilmente sul banco degli imputati della Procura della FIGC. Secondo il regolamento, che punisce in modo pesante chi si rende protagonista di azioni discriminatorie nei confronti di una persona di etnia, razza o religione diversa, Lulic dovrebbe andare incontro ad una squalifica di 10 giornate.

Tavecchio e Sarri, prima di Lulic

Nonostante il comunicato di scuse della Lazio, che ha parzialmente giustificato il proprio tesserato dando la colpa al tedesco per l'inizio dell'ignobile gazzarra, il giocatore di Inzaghi difficilmente se la caverà con una sanzione ridotta. Un triste e censurabile episodio, di cui lo stesso protagonista non si è affatto pentito: "Frase razzista? No, perché? – ha commentato successivamente Lulic – Anche i bianchi vendono calzini". Non hanno insegnato nulla, dunque, i recenti casi che hanno coinvolto altri giocatori italiani come, ad esempio, Daniele De Rossi che apostrofò Mario Mandzukic con l'aberrante insulto: "zingaro di m…".

A niente è servita la bufera che coinvolse in prima persona il presidente federale Tavecchio, così come tutti hanno già dimenticato le frasi omofobe di Sarri all'allora tecnico dell'Inter Mancini. Il razzismo nel calcio, purtroppo, esiste e resiste. Colpire duramente chi si rende protagonista di queste vergognose offese è il minimo che il nostro movimento può fare.

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