Luciano si racconta: “Sono diventato Eriberto per lavorare e mangiare”

Dopo 14 stagioni vissute quasi interamente con la maglia del Chievo, Luciano Siqueira de Oliveira meglio conosciuto solo come Luciano ha deciso di salutare l’Italia. Il centrocampista classe ’75 e attualmente svincolato, dopo 302 presenze e 18 gol ha deciso di tornare in Brasile. Una scelta sofferta ma legata alla possibilità di tentare una nuova avventura professionale dopo la fine della sua breve esperienza in forza al Mantova. Il giocatore cresciuto nel Palmeiras è ricordato in Italia anche per il suo cambio di nome e di dati anagrafici: nel 1996 pur di sfuggire alla povertà “comprò” di fatto una nuova identità togliendosi 3 anni di età. In un’intervista ai microfoni di Sky l’ex Eriberto ha raccontato i motivi di quella scelta e del ritorno in Brasile: “Ho deciso di tornare a casa dove ho la possibilità di iniziare una nuova vita. Mi dispiace lasciare l’Italia, ma sento che questa è la scelta giusta. Il Chievo rappresenta tutto per me. Abbiamo vinto il campionato di Serie B e fatto grandi cose anche in A quando nessuno se lo aspettava. Sono cresciuto con quei colori. Sono cresciuto senza genitori e dovevo lavorare per poter mangiare. Ho colto quest’opportunità: cambiare nome dando retta a gente più grande di me che mi ha consigliato di provarci. Mal che vada, dicevano, tornerai indietro e comincerai a lavorare un’altra volta”.
La svolta di Luciano e il parziale riscatto
Una scelta sbagliata e parzialmente riscattata nel 2002 quando Luciano decise di vuotare il sacco prima di approdare alla Lazio confessare la sua reale identità guadagnando così una squalifica di 6 mesi più una penale di 160000 euro. Luciano non dimentica quei momenti: “Ma più passava il tempo e più mi facevo delle domande. Nel 2002 sarei potuto andare alla Lazio e guadagnare tanti soldi, ma ho preferito prendere coraggio e dire la verità. Non riuscivo più a reggere il peso della bugia”.