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Lucarelli: “Basta prese in giro, altrimenti giochiamo 10′ e usciamo dal campo”

Il capitano degli emiliani tuona contro i vertici federali: “Siamo senza presidente, dov’è la Lega?”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La bufera sul Parma non accenna a diminuire: con la società sull'orlo del fallimento e lo spettro di un campionato che potrebbe ritrovarsi ad essere composto da sole 19 squadre fino a giugno, adesso ad alzare definitivamente la voce ci hanno pensato i calciatori. Ancora senza stipendio da mesi, e dopo aver dato fiducia all'ennesima nuova proprietà, adesso sembra arrivato il momento in cui la pazienza è finita. Domani partiranno le raccomandate per la messa in mora della società, mentre quest'oggi non si giocherà contro l'Udinese, visto che le casse del Parma sono talmente vuote da non poter organizzare neanche una partita casalinga.

Particolarmente duro il capitano Lucarelli, che sta portando la voce dello spogliatoio sui media del paese, nella speranza che qualcosa per loro, che non sono andati via, possa davvero cambiare. "E' domenica, siamo a casa, Parma-Udinese non si gioca e non è un problema di sport?" ha scritto su Instagram il capitano emiliano Alessandro Lucarelli, con tanto di foto di Tavecchio e gli hashtag "#siamosenzapresidente #legadovesei #saveparma". Un chiaro riferimento alle dichiarazioni del presidente Federale, che aveva detto nelle scorse ora che "il problema del Parma è più dei tribunali che dello sport".

In una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, invece, il capitano degli emiliani è andato giù ancora più duro. "Il tempo è scaduto, stiamo lavorando con l'Assocalciatori, con la Figc e con il Comune", ha spiegato, "per chiedere direttamente l'istanza di fallimento. Vogliamo capire se l'interesse di Lega e Federazione è per il Parma o per salvaguardare il loro campionatino", ha tuonato Lucarelli. Che poi ha rincarato la dose: "Ho l'impressione che loro si preoccupino soprattutto della regolarità del torneo, e che del Parma poco gli importi. Sappiano comunque che non garantiamo niente a nessuno: se non ci sentiremo tutelati siamo pronti a non giocare le partite. Andremo in campo e dopo dieci minuti usciremo", ha aggiunto ancora Lucarelli, "qui si sta giocando sulla vita delle persone, ci vuole rispetto per tutti. Ci hanno lasciato morire? Bene, allora moriremo tutti insieme".

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