Luca Toni, l’ultimo degli attaccanti: “Non c’è più posto per noi in questo calcio”

L'ultimo degli attaccanti. Quelli veri, d'area di rigore, che pensano sempre e solo a segnare senza doversi sacrificare per il centrocampo, la fase difensiva, il non possesso palla. Luca Toni rappresenta una schiera di giocatori che sempre meno trova spazio nel calcio moderno dove si preferiscono le mezze punte, i cursori di fascia, i falsi ‘nueve', i trequartisti. Eppure, l'attuale attaccante del Verona, oramai verso il ritiro a fine stagione, non sembra darsi per vinto e con ragione visto che l'anno scorso ha condivisdo il titolo di milgior cannoniere italiano con Mauro Icardi, il nuovo che avanza, e anche quest'anno in un momento difficilissimo per l'Hellas non ha mai tirato indietro la voglia di dare sempre e solo il massimo per la causa scaligera.
La considerazione di Luca Toni, con oltre 300 gol in carriera segnati anche con le maglie prestigiose di Juve, Bayern e Fiorentina è chiara e lampante: il calcio moderno non ha più bisogno delle classiche punte. A confermarlo le recenti evoluzioni tattiche delle squadre d'Italia e d'Europa dove la ‘moda' del momento è giocare senza ‘tiferimenti' in attacco: "Adesso gli attaccanti non vanno più di moda. Non ci sono più le prime punte come me o come Ibrahimovic. Adesso ci sono tutti questi falsi nove, e pochi italiani che vengono fuori. Non so dirti il nome di un mio erede" ha ammesso in una intervista rilasciata a "Undici".
In effetti le scelte di Luciano Spalletti con la nuova Roma sono evidenti: Edin Dzeko è stato accantonato, messo in discussione, utilizzato con il contagocce e solamente in alcuni rari casi. Tanto che dopo solo una stagione in giallorosso il bomber bosniaco potrà andarsene. Un fallimento personale ma anche epocale di un centravanti che diventa un esubero tattico. Meglio Salah El Shaarawy e Perotti in avanti, così come nell'Inter si preferiscono Palacio, Ljajic e Perisic a Icardi e altre squadre giochino senza la classica boa, come la Lazio con le percussioni di Candreva, Anderson e Mauri, o il Milan utilizzando Bonaventura, Honda e fino all'altro ieri Cerci. O in Europa come il ‘tridentazo' azulgrana formato da Neymar-Suarez-Messi che non ammette centravanti puri.