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Lorenzo Insigne, il volto sano di Napoli che merita il Mondiale (video)

Dai primi insegnamenti di Donadoni e Zeman all’esplosione attuale con Benitez: storia di un giovane campione sempre più decisivo in campo. Nel segno di Del Piero e nel sogno azzurro.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' lui il nuovo "oro di Napoli" con quei due gol che hanno trasportato l'onda partenopea alla conquista della Coppa Italia contro la Fiorentina, in una serata altrimenti da dimenticare e che, malgrado la parentesi di calcio giocato, resterà a lungo nei ricordi di tifosi e sportivi non solo napoletani. Lorenzo Insigne, classe '91, ha posto il sigillo ben due volte, spianando il primo alloro sotto il Vesuvio di mister Rafa, uno che ovunque va al primo anno conquista sempre qualcosa, come fosse un obbligo, un biglietto da visita. Lo stesso tecnico che su Insigne ha prima scommesso, poi ripensandoci, infine ritornando sui propri passi e sulle proprie scelte, per rilanciarlo e regarargli la gloria meritata e conquistata con l'umiltà, la voglia di arrivare di uno ‘scugnizzo' predestinato dal pallone.

Una ‘pulce' napoletana – Non è stato facile per Insigne arrivare laddove oggi gioca. tra i grandi del pallone e non solo in senso figurato. Alto solamente 163 centimetri, Lorenzo ha dovuto trovare altri modi per farsi notare: non dotato di un fisico eccezionale come altri grandi fenomeni del calcio (Maradona e Messi per dirne due non qualsiasi) agli inizi di difficoltà ne ha trovate e tante, come a otto anni quando ha iniziato a calciare alla scuola calcio di Grumo Nevano, dove lo chiamavano "nanetto". Per ricredersi subito dopo e spingerlo verso le giovanili del Napoli nel 2006, a 15 anni al prezzo di 1.500 euro. Per rimanerci poco però perché i numeri e la qualità non mancano alla giovane ala destra napoletana: nel 2008 esordisce nella squadra Primavera, con cui realizza 15 reti nel torneo 2009-2010 di categoria e disputa il Torneo di Viareggio 2010, nel quale mette a segno due gol.

I maestri: da Donadoni a Zeman – Lorenzo Insigne cresce calcisticamente e lo fa anche grazie ai tecnici che ha la fortuna di incrociare sulla propria strada. Primo, Roberto Donadoni, con cui gioca alcune amichevoli nell'estate 2009. L'esordio ufficiale ha invece luogo sotto la guida di Walter Mazzarri ma dura pochissimo perchè per lui c'è un posto fisso nella Cavese, il Lega Pro dove farsi le ossa. L'anno dopo, altra squadra e altro maestro: Zdenek Zeman. Il boemo ha in mano il Foggia e fa giocare Insigne con continuità: 40 presenze e 26 reti in stagione, record di gol ancora imbattuto in un solo anno. Nel 2011, cambia ancora maglia andando a Pescara ma non allenatore: c'è ancora Zeman che con Insigne e il ‘gemello' Immobile dipinge una stagione indimenticabile che culmina nella promozione in serie A con Insigne autore di 18 reti e 14 assist. Il salto di categoria e la conferma delle sue indiscusse doti gli permettono di ritornare al Napoli club che ne ha sempre tenuto il cartellino.

L'oro di Coppa del Napoli – Un anno di apprendistato sotto Walter Mazzarri: chiude la stagione con 5 reti e 7 assist in 37 partite di campionato, oltre ad una presenza in Coppa Italia e cinque in Europa League, laureandosi vice-campione d'Italia col Napoli. Poi, l'attuale annata quella della definitiva esplosione. Non solo in campionato ma anche – e soprattutto nelle Coppe, nazionale ed europee. Il 18 settembre 2013 esordisce in Champions League e davanti ad un San Paolo gremito contro il Borussia Dortmund realizza la prima rete personale nelle coppe europee siglando su calcio di punizione il secondo gol del Napoli, grazie al quale i paertenopei vincono 2-1. Un'ascesa che non sembra conoscere freni: il 27 febbraio 2014 segna un gol nella gara di ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League contro lo Swansea. E' una rete particolarmente importante perchè inserisce Lorenzo Insigne nel gotha del calcio italiano: è il secondo calciatore italiano (dopo Antonio Di Natale) ad aver segnato in tutte le competizioni in cui ha giocato – Serie A, Champions League, Europa League e Coppa Italia – nella stessa stagione. Sotto mister Benitez il 13 aprile 2014 diventa anche capitano nella partita Napoli-Lazio, prima volta in carriera. Fino all'apoteosi che arriva nella finalissima di Coppa Italia del 3 maggio contro la Fiorentina, dove sigla una doppietta personale che permette ai partenopei di alzare al cielo il trofeo.

Da Del Piero al Mondiale – Contrariamente a quanto di potrebbe pensare, Lorenzo Insigne napoletano che gioca nel Napoli non si ispira all'idolo di tutti, Diego Armando Maradona. No, lui ha un altro mito che segue ‘religiosamente' dentro e fuori dal campo: Alex Del Piero. E del Pinturicchio imita soprattutto lo stile di vita, la riservatezza, i modi composti ed educati lontani anni luce dal fare del Pibe de Oro. E di Del Piero prova a imitarne anche i gol e le punizioni, sempre più riuscendoci. In attesa della consacrazione finale, che gli potrebbe dare solo una convocazione al prossimo Mondiale. Vicinissimo perchè a Lorenzo Insigne bisognerà per forza di cose ritagliare una convocazione dopo quella d'esordio del settembre 2012 durante le qualificazioni al Mondiale 2014.

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