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Lo sfogo di Michela Sebastiani: “Fate vomitare, volevate mio padre morto”

La figlia del presidente del Pescara sfoga su Facebook la rabbia per l’attentato incendiario avvenuto nella notte tra lunedì e martedì. “La verità è che questa città non merita nulla, questa gente non merita nulla! Siete una massa di avanzi di galera”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il presidente del Pescara, Sebastiani, seduto in panchina
Il presidente del Pescara, Sebastiani, seduto in panchina

L'attentato incendiario nel cuore della notte. Due auto bruciate sotto casa. Paura e rabbia. Voglia di reagire e non darla vinta a chi adotta metodi del genere. Il presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, cova dentro di sé amarezza e dolore per una situazione divenuta insostenibile. La squadra cola a picco in Serie A – la sconfitta pesantissima (6-2) contro la Lazio – ha armato la mano dei teppisti autori dell'agguato al patron. Le indagini della polizia sono in corso, il numero uno degli abruzzesi ha già dichiarato di voler lasciare la guida del club a fine stagione. Sua figlia, Michela, all'indomani del grave episodio intimidatorio si è sfogata sui social network.

Toni duri, parole come pietre, un attacco contro tutti, contro i tifosi e la città di Pescara "che non merita questa squadra". Una filippica contenuta in un messaggio scritto sulla propria pagina Facebook, senza fare sconti a nessuno. "Delusa, schifata e incazzata" le parole che compaiono in cima al messaggio e meglio fotografano lo stato d'animo della ragazza.

Il post di Michela Sebastiani su Facebook
Il post di Michela Sebastiani su Facebook

Il post di Michela, figlia di Sebastiani, su Facebook

Sono delusa, schifata ed incazzata – ha scritto la figlia del massimo dirigente sul social network  -. Non perdono una cosa del genere. Mio padre è una persona, ha una famiglia e soprattutto non è un delinquente. Siete un branco di esaltati e imbecilli che non sapendo fare un cazzo nella vita ha come unico scopo quello di rovinare la vita degli altri. Ora tutti dispiaciuti quando fino a un giorno fa perché non si vinceva una partita siete stati in grado di augurargli la morte. La verità è che questa città (Pescara, è il capoluogo a cui fa riferimento la ragazza) non merita nulla, questa gente non merita nulla! Siete una massa di avanzi di galera. Fate vomitare.

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