Lo scudetto infinito della Juventus, dal TAR all’Unione Europea
L'incompetenza del Consiglio Federale non ha di certo convinto n'è soddisfatto la Juventus sulla questione dell'assegnazione definitiva dello scudetto 2006 all'Inter. Non decisione – secondo le dichiarazioni di Andrea Agnelli – che ha decretato, almeno per la giustizia sportiva, la parola ‘fine' a una delle questioni più spinose della storia del nostro calcio. Eppure, se l'Inter si è semplicemente fermata ad una ammonizione nel perseguire legalmente chi infangherá ancora la memoria di Giacinto Facchetti, mentre il Milan e la Fiorentina si soffermano sulla richiesta di imbandire una tavola rotonda con tutti i protagonisti di Fausto 2006, la Juventus è pronta ad andare oltre, direttamente chiamando in causa la giustizia ordinaria per ripristinare una situazione che l' ha vista soccombere anche dopo cinque anni d'attesa.
DUE PESI, MILLE MISURE – La ‘parità di trattamento' è il dictat richiesto da Agnelli riguardo ai fatti di Calciopoli, dopo la forte reazione della Juve alla decisione della FIGC. L'esposto della Juventus di 14 mesi prima si è sciolto neve al sole di un torrido lunedì di luglio senza che venisse accettata la revoca dello scudetto 2006 all'Inter. Oltre a ció, anche i reati tirati in ballo nella documentazione presentata dal procuratore Palazzi verso i vertici nerazzurri sono caduti in prescrizione, riabilitando di fatto al cento per cento il club di Corso Vittorio Emanuele. Fatto inammissibile per i bianconeri e dei legali della Juventus che chiedevano al Governo del calcio si dichiararsi competente, utilizzando il diritto di ‘autotutela' secondo la legge 241 del 1990. E proprio su questo aspetto sarà incentrato il ricorso che verrà presentato all'Alta Corte di giustizia presso il Coni, con la volontà successiva di rivolgersi anche presso il Tas (tribunale arbitrale dello sport) di Losanna. Più in là peró, non si potrà andare perchè l'Uefa e Nyon non hanno mai interferito sulle attività e i problemi nternialle arie federazioni nazionali.
IL RICRSO DEI RICORSI – Già una volta la Juventus si era rivolta al TAR: era il 23 agosto 2006′ dopo la sentenza del Consiglio Federale. Poi arrivó il ‘compromesso storico': il ricorso venne ritirato e la penalizzazione iniziale ridotta da 17 a 9 punti in serie B, dalla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni. Oggi, dopo 5 lunghi anni, il neo presidente Agnelli, medita un frontale dietrofront, puntando dritto oltre ai confini della giustizia sportiva andando incontro alla violazione della clausola compromissoria. Il presupposto bianconero è che il comunicato stampa del 26 luglio 2006, firmato dal commissario straordinario della FIGC, Guido Rossi, dove si diceva che ‘non ricorrono i motivi per l'adozione di provvedimenti di non assegnazione del titolo di campione d'Italia 2006' vada considerato alla stregua di un qualsiasi atto amministrativo. Seguendo questo ragionamento, aggiungendo i comportamenti ‘poco limpidi' attraverso le intercettazioni di Calciopoli2, da parte dell'Inter nell'allora figura di Facchetti presidente, sarebbe possibile corregge quell'atto togliendo lo scudetto ai nerazzurri. Qualora non venisse condivisa questa linea, la Juventus avrebbe il diritto di rivolgersi in appello al Consiglio di Stato.
DALLA GIUSTIZIA SPORTIVA ALL'UNIONE EUROPEA – Dovesse andare tutto in fumo, la Juventus non starebbe comunque con le mani in mano. I legali bianconeri stanno infatti vagliando anche la strada che porterebbe alla Corte di giustizia dell'Unione Europea con sede a Lussenburgo. Ció è possibile sostenendo che le federazioni sportive sono sottoposte al diritto comunitario, anche nel caso di regole disciplinari. A dirlo è una sentenza del 2006, la ‘Meca-Mejcen' dove ci si riferisce in particolare agli articoli 81 e 82 del Trattato della Comunione Europea che stabiliscono che le ammende non possono superare il 10% del volume d'affari annuo della società punita. Tetto ampiamente superato dalle sanzioni subite dalla Juventus inflitte per i fatti di Calciopoli, visto che i danni immediati e successivi causarono una contrazione dei ricavi stimata attorno al 34% dei ricavi rispetto alla stagione precedente.
LA BATTAGLIA DI PIRRO – La Juventus in questi giorni sta ‘procedendo alla valutazione dei danni economici che tali comportamenti possano aver cagionato' con attenzione massima al processo di Napoli. Ma perchè gli intenti bianconeri si tramutassero in realtà ci vorrebbe una assoluzione totale e generalizzata per tentare Ancora la pista della revoca delle sentenze 2006, prevista dall'articolo 39 del codice di giustizia sportiva. A quel punto avrebbe via libera la richiesta di risarcimento nelle aule dei tribunali civili. Purtroppo ci sono le condanne a Mazzini, Moggi e Giraudo che complicano il tutto e costringeranno la Juventus ad una lunga ed estenuante battaglia legale che potrebbe ridursi alla fine in un contenzioso sterile costruito su una lotta di principi e prese di posizione che non farebbero il bene della squadra e dell'ambiente calcistico in generale. Al di là di tavole rotonde e riunioni in FIGC tra chi oggi non si guarda nemmeno più in faccia e che difficilmente potrebbe farlo in una sede che ha già ripetutamente sconfessato se stessa in più di una occasione.