Lo scudetto 2006 rischia la revoca, il procuratore Palazzi accusa l’Inter di illecito sportivo
Nuove accuse per l’Inter in merito al contestatissimo scudetto del 2006. Il procuratore federale della Figc Stefano Palazzi è convinto che i nerazzurri violarono l'articolo 6 del codice di giustizia sportiva, ovvero quello relativo agli illeciti. Infatti il procuratore ha affermato che il sodalizio presieduto da Massimo Moratti commise illecito sportivo per ottenere un vantaggio in classifica. La Procura federale ha ritenuto che le condotte messe in atto dai vertici del sodalizio nerazzurro, come documentato dalle intercettazioni evidenziate durante il processo penale di Napoli, fossero «certamente ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale».
Tuttavia nelle 72 pagine presentate da Palazzi relative alla sentenza sull'inchiesta "Calciopoli bis", ha motivato la decisione con la assoluzione avvenuta per prescrizione di tutti gli imputati, rivelando che sulla revoca del tricolore 2005/06 può decidere solo il consiglio federale.
Anche Giacinto Facchetti, scomparso nel settembre del 2006, viene accusato di illecito sportivo. Duro l'attacco nei confronti dell’ex capitano e dirigente nerazzurro: "Questo Ufficio ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione – si legge su Gazzetta.it – oltre che dei principi di cui all'art. 1, comma 1, CGS (codice di giustizia sportiva, ndr), anche dell'oggetto protetto dalla norma di cui all'art. 6, comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale F.C., mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale. Oltre alla responsabilità dei singoli tesserati, ne conseguirebbe, sempre ove non operasse il maturato termine prescrizionale, anche la responsabilità diretta e presunta della società ai sensi dei previgenti artt. 6, 9, comma 3, e 2, comma 4, CGS".
Palazzi tira in ballo anche Massimo Moratti, incolpato di essere "Comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate. Ne consegue che la condotta del tesserato in esame, Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell'art. 1 CGS vigente all'epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati".
La risposta del patron nerazzurro alle accuse del procuratore federale non si è fatta attendere: “Il peso che do io a queste parole è brutto, è tornato il bruttissimo clima di quando c'era Calciopoli, uguale. Queste accuse sono brutte – afferma Moratti – . Tutto questo è offensivo, grave e stupido contro Facchetti. Non c'è nessun elemento nuovo, stiamo giudicando quello che era stato già giudicato. E' un attacco di Palazzi inaccettabile, lui si sbaglia chiaramente. E' una frecciata del PM, senza processo si può dire qualsiasi cosa, l'Inter ed io non lo accettiamo nella maniera più assoluta. Facchetti? Coinvolgerlo è di cattivo gusto, sappiamo la sua correttezza quale fosse. Sentirlo considerato così è una cosa grave e stupida, tutti lo conoscono perfettamente, chi sarà seduto intorno a un tavolo per decidere così come i nostri tifosi. Questa è una persona che non c'è più che ammiro e stimo per la sua onestà, e dunque non stimo per niente chi ha fatto questa cosa. L'Inter si difenderà tranquillamente, non vi preoccupate. Se lascerei l'Inter in caso di revoca? Io lavoro per i miei tifosi, non per questa gente qui…”.
Nel frattempo la notizia si è sparsa immediatamente tra la tifoseria nerazzurra e, come dimostrano le immagini diffuse da youreporter.it, centinaia di persone hanno affollato l’ingresso della sede sociale del club sita in Corso Vittorio Emanuele.