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Liverpool, Jurgen Klopp spiazza tutti: “Volevo fare il medico”

L’allenatore dei “Reds” ha svelato diversi aneddoti e curiosità della sua carriera in un libro scritto a quattro mani, insieme ad un giornalista tedesco. Tra questi, anche quella voglia matta di diventare dottore.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo aver fermato il Manchester City, Jurgen Klopp è l'uomo del giorno in Premier League. Da quando è arrivato in Inghilterra, l'aria è cambiata intorno ad Anfield Road e il ricordo delle brutte prestazioni con Brendan Rodgers è subito svanito. La vetta di Claudio Ranieri, primo in classifica con il suo Leicester a 28 punti, è lontana otto lunghezze ma il campionato è ancora molto lungo e tutto potrebbe davvero succedere. Specialmente nella squadra del "Normal One" tedesco, arrivato a Liverpool con un alone di simpatia che ha subito conquistato tutti i tifosi. A rendere ancora più speciale il personaggio Klopp, le parole del tecnico inserite in un libro appena pubblicato: una biografia, scritta con il giornalista tedesco Moritz Rilke, che racconta l'ultimo anno di Klopp alla guida del Borussia Dortmund.

Il dottor Klopp – In "Reading the game", Klopp racconta il calcio dal suo punto di vista e spiega come è diventato allenatore: "Volevo fare il medico, ma probabilmente non ero abbastanza intelligente per farlo – ha scritto il tecnico – Ecco perché sono diventato allenatore. Per me il calcio rimane comunque qualcosa di terribilmente serio solo per novanta minuti. Durante le gare sono in una specie di stato di trance ho comportamenti che non riesco a spiegare". Cinico e lucido, Jurgen Klopp affronta poi quelli che per molti allenatori son rimpianti difficilmente cancellabili: "Non ho mai sognato di vincere un campionato, e anche la finale di Champions persa con il Bayern non è un rimpianto. Coppe e medaglie rimangono solo nella bacheca del club. Quello che conta per me, è il momento in sé, il fatto di essere stato parte di quella partita. Tutto intorno ci hanno costruito un circo folle, ma fortunatamente sono abbastanza intelligente per accorgermene e per considerarlo per quello che è. E' per questo motivo che preferisco un approccio al calcio più ironico".

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