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Lite Inter-Osvaldo, adesso si rischia di andare in tribunale

L’italo argentino si è presentato ieri ad Appiano ma i cancelli non si sono aperti per lui, sospeso dalla società dopo l’assenza ingiustificata degli ultimi giorni. Situazione degenerata: adesso o il giocatore accetta la risoluzione immediata rinunciando a tutto o si andrà per vie legali.
A cura di Alessio Pediglieri
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Pablo Osvaldo non può più nemmeno entrare alla Pinetina, per l'italo-argentino Appiano Gentile ha chiuso le porte, definitivamente. Lo ha scoperto il giocatore direttamente ieri quando si è presentato al Centro Sportivo nerazzurro che lo h lasciato fuori dai cancelli come l'ultimo dei tifosi che attendono sulla strada l'arrivo dei propri beniamini. Conseguenza della sospensione che l'Inter aveva comunicato a Osvaldo nella giornata di mercoledì quando, dopo averlo convocato inutilmente in sede, sia verbalmente che per iscritto ha formalizzato l'ultimo passo di un rapporto che oramai si è concluso. Nel peggiore dei modi. Perché se è vero che la società ha fatto bene ad utilizzare il pugno di ferro e la tolleranza zero verso il giocatore reo di sfuriate gratuite verso compagni (Icardi) e allenatore (Mancini) è pur vero che ancora una volta l'Inter non sia riuscita a lavare i panni sporchi nelle quattro mura di casa, facendo di un caso isolato, un nuovo tormentone a livello internazionale, condito da ‘sparizioni', multe, allenamenti separati e – in ultimo – la sospensione.

Dalla lite in campo a quella in tribunale. Osvaldo ha sbagliato e il suo atteggiamento era da punire in modo esemplare. Ma ciò non significava farlo in modo pubblico, mandandolo alla berlina di fronte all'opinione pubblica, esacerbando ulteriormente gli animi già roventi. Dopotutto la scelta societaria era già chiara e integerrima: Osvaldo non faceva più parte del progetto tecnico, fuori rosa e sospeso. Che motivo c'era di ridurre una posizione legittima e legittimata dai fatti nell'ennesima farsa mediatica? Che avrà risvolti fastidiosi, per tutti. Perché adesso il giocatore si rivolgerà ai propri legali per aprire un confronto con la società nelle aule dei tribunali, probabilmente per mobbing non potendo di fatto nemmeno più accedere dall'oggi al domani nelle strutture dove aveva ancora probabilmente le proprie cose.

Dalla Juve al Milan, occasione sfumata. Una situazione che rischia di complicarsi molto più di quanto Osvaldo non abbia voluto, sparendo per tre giorni senza dare traccia di sè e senza presentarsi agli allenamenti cui doveva sottostare prima della sospensione malgrado fosse già fuori rosa. Per i quali l'Inter aveva predisposto per il giocatore un preparatore atletico che lo seguisse nelle sue sessioni solitarie, probabilmente per salvare il salvabile cioè un patrimonio economico che sul mercato aveva ancora un valore. Perché per Osvaldo, malgrado tutto, si è mossa mezza Serie A dal Genoa al Cagliari, dal Torino alla Roma, dal Milan alla Juventus. Oltre i contatti esteri sempre accesi soprattutto in Spagna (dove, guarda caso, sembra che il giocatore abbia trascorso i giorni foresti).

Il prezzo da pagare. Eppure adesso tutto potrebbe entrare in stallo. L'unica soluzione è che Osvaldo accetti la risoluzione anticipata del contratto rinunciando a tutto, impensabile. Se l'Inter e il giocatore entrano in collisione è difficilissimo che entro gennaio si sbrogli la matassa e si riesca a trovare una situazione comoda per tutti. Con tutti i protagonisti che vanno a perderci qualcosa. Osvaldo resterebbe senza squadra nel pieno della stagione e senza lo stipendio da parte dei nerazzurri. Certo, tecnicamente sarebbe svincolato e libero di accasarsi altrove ma ciò vorrebbe dire poterlo fare solamente da giugno in poi con 5 mesi di inattività sulle spalle a 29 anni, tutti elementi che potrebbero complicare qualsiasi trattativa. L'Inter resterebbe con un pugno di mosche in mano visto che la lite poteva risolversi in qualcosa di positivo, con una cessione a gennaio e milioni freschi pronti ad entrare nelle casse sempre troppo esangui. Tutto ciò prima della sospensione perché Osvaldo era comunque un tesserato mentre adesso è semplicemente un ex dipendente, pronto a far causa e trascinare l'Inter in tribunale.

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