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L’Inter dura un tempo, Spalletti sbaglia i cambi: perché fuori Politano e non Perisic?

L’Inter gioca bene solo il primo tempo. Copre bene su Cristiano Ronaldo, ma si perde nella ripresa. Distratta la linea su Cancelo, in occasione del gol di Mandzukic. Spalletti toglie Politano per Borja Valero, sperando invano nei tagli in area di Perisic. L’Inter si abbassa, poi nel finale si spacca a centrocampo.
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Dura un tempo l'Inter allo Juventus Stadium. La difesa nerazzurra contiene bene Ronaldo e Dybala, ma si perde Cancelo e Mandzukic nell'azione del gol vittoria. Poi Spalletti arrocca la squadra con il primo cambio, Borja Valero per un Politano almeno più energico in fase di spinta di un Perisic più lento. L'Inter prima si arrocca, poi si spacca, dopo le ultime due sostituzioni che lasciano due soli centrocampisti a fare filtro. Il resto è solo confusa, generosa ma infruttuosa pressione. Alla Juve basta il lampo di Mandzukic per eguagliare la miglior striscia positiva europea del PSG e del Manchester City.

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Brozovic e Pjanic, registi senza troppa opposizione

Juventus e Inter sono le due squadre con il più alto possesso palla medio di questo campionato, rispettivamente 59.3% e 59.2%, e scelgono di non snaturarsi troppo. La Juventus davanti fa convivere un Mandzukic più a tutto campo e Ronaldo, il miglior bomber dell'anno solare nei cinque principali campionati europei.

Joao Mario, da qualche settimana rilanciato da Spalletti, e Gagliardini giocano da mezze-ali in un'Inter che si difende bassa e prova a ripartire alle spalle della difesa avversaria. Politano e Perisic, cui Spalletti ha chiesto di occupare di più l'area vicino a Icardi, si mantengono più larghi in non possesso  in quello che diventa un 4-5-1 anche se Spalletti lamenta che i due intermedi non rispettino la linea e costringano Brozovic ad abbassarsi di più rispetto alle indicazioni. Proprio lui e Pjanic, che non hanno un avversario diretto in avvio dell'azione, non a caso risultano gli unici a completare più di 30 passaggi nel primo tempo.

I passaggi nel primo tempo
I passaggi nel primo tempo

Bentancur, che ha i tempi da mezzala e non ancora da playmaker basso nel 4-3-3, si alza quando Pjanic riceve dai difensori che come sempre avviano l'azione bianconera da dietro. I bianconeri partono a ritmo abbastanza lento, l'Inter copre con il centrocampo alto e di conseguenza anche una difesa meno coperta per non concedere spazi fra le linee. Così Miranda de spendere un fallo oltre la linea mediana su Mandzukic per intercettare e frenare una possibile ripartenza in avvio.

Ronaldo contro Icardi: il duello fra bomber non decide

Cancelo, il grande ex, nella top 10 dei dribbling riusciti in serie A, salta l'altro ex Asamoah e avvia la prima azione che coinvolge CR7, spostato nel ruolo di ala sinistra. Morbido l'assist per Dybala, bravo a tagliare sul primo palo per un colpo di testa impreciso. Però da quella parte Vrsaljko si affanna nel tentativo di liberarsi del pallone il più in fretta possibile: sono proprio i cross da sinistra a generare così le prime due occasioni bianconere nei 10 minuti inaugurali della partita.

E' proprio l'ex Genoa a dare un primo squillo nerazzurro da fuori. In quella zona, con Politano sul piede forte e De Sciglio adattato ma generoso nell'accompagnare CR7 in fase offensiva, qualche spazio lo crea. E infatti, dopo un quarto d'ora, Allegri inverte i terzini, magari anche per garantirsi più copertura sul lato di Perisic, che sorprende De Sciglio con un rapido contro-movimento alla prima situazione dopo l'inversione: Icardi viene chiuso in angolo. L'argentino, che dalla sua prima sfida alla Juventus ha segnato otto gol ai bianconeri in Serie A (solo sei squadre hanno fatto meglio nello stesso periodo).

L'inversione dei terzini offre fa evolvere leggermente le richieste per CR7 che può occupare gli spazi di mezzo e leggere anche col destro il taglio dei compagni mentre Cancelo si inserisce alle spalle di Politano. L'importanza di pattugliare quella zona di campo si vede anche da come Gagliardini accompagni nel corridoio da quel lato, molto più di quanto faccia a sinistra Joao Mario, che però si ritrova spesso a correre a vuoto.

I tiri nel primo tempo: quelli della Juve in arancione, quelli dell'Inter in azzurro
I tiri nel primo tempo: quelli della Juve in arancione, quelli dell'Inter in azzurro

Il perfetto movimento a proteggere palla di Icardi, spalle alla porta, favorisce l'inserimento in area di Gagliardini sulla più grande occasione del primo tempo, il palo all'alba della mezz'ora del match: è anche l'unica occasione in cui salta la copertura preventiva dei centrocampisti bianconeri sugli inserimenti da dietro. E' costante però lo schema che prevede il taglio verso l'area di Gagliardini quando Perisic prende palla e taglia verso il centro.

Se Icardi si vede meno, Ronaldo si affanna anche se non sempre semina con l'attesa lucidità.

Come difende la Juventus

I due centrali bianconeri, occupati nella chiusura di Icardi, che non va oltre un paio di situazioni di potenziale pericolo, tengono la marcatura molto stretta e sorvegliano con una certa tranquillità l'area. Sono più gli inattesi errori individuali, come la palla persa di Matuidi in area che porta ai tiri respinti di Politano e Icardi a inizio ripresa, a creare qualche sbandamento sulle seconde palle.

Come difende l'Inter

L'allineamento dei centrocampisti nerazzurri, però, lascia qualche ghrado di libertà in più a Betancur che accende il finale di primo tempo da fuori. Lo spazio che gli lasciano per tirare diventa una fonte che alimenta la pressione bianconera e costringe l'Inter a difendersi negli ultimi sedici metri con Brozovic spesso marcatore aggiunto. E' molto presente, a dare equilibrio soprattutto nella zona di Versaljko a contenere la crescita di Cancelo: due respinte, un intercetto e due contrasti riusciti punteggiano il suo primo tempo.

I tocchi di Juve (in arancione) e Inter (in azzurro)
I tocchi di Juve (in arancione) e Inter (in azzurro)

I movimenti dei tre tenori bianconeri

Nel giorno di Sant'Ambrogio e della prima alla Scala con l'Attila di Verdi, i tre tenori bianconeri si dividono il palco trovando il modo di integrarsi senza ostacolarsi. I tagli fra le linee di Dybala, spesso indietro a cucire gli spazi da trequartista, spingono Mandzukic e CR7 a invertirsi la posizione

Come si muovono i tre attaccanti bianconeri nel primo tempo. Dybala più a tutto campo, Mandzukic e Ronaldo si alternano spesso
Come si muovono i tre attaccanti bianconeri nel primo tempo. Dybala più a tutto campo, Mandzukic e Ronaldo si alternano spesso

La Juve porta un pressing più alto e deciso nel secondo tempo: i centrali nerazzurri affrettano l'uscita del pallone e sui ribaltamenti, nelle chiusure in area con palla in movimento appaiono leggermente meno sicure. L'attenzione salta in maniera decisiva sul gol di Mandzukic. Vrsaljko si perde Cancelo, che a sinistra ha troppo campo libero, Asamoah deve stringere la diagonale sul croato ma quando se ne accorge ormai è tardi. Mandzukic segna il gol numero 4999 della Juve in Serie A, a una sola rete dalle 5000 nel massimo campionato (sarebbe la prima squadra della storia a raggiungere questa cifra).

Dopo il vantaggio, Allegri si protegge sulle fasce con Douglas Costa per Dybala. Mandzukic rimane sempre disposto a coprire sui calci d'angolo nella sfida fra le due squadre che più di tutte hanno segnato su palle inattive quest'anno.

Dentro Borja Valero, ma l'Inter si abbassa e si spacca

Spalletti toglie Politano, a tratti molto brillante in fase offensiva ma non sempre solido e continuo in copertura, e sceglie Borja Valero. Vuole gestire di più il pallone e allarga come ala Joao Mario che in quella posizione, pur in un centrocampo sostanzialmente a quattro, aveva ben figurato all'Europeo. Il portoghese fa funzionare una catena ben oliata che prevede lo spostamento verso destra del pallone, con la sovrapposizione di Vrsaljko e il taglio in area di Perisic a spezzare le marcature a specchio della Juve.

Ma con Perisic evidentemente stanco, il cambio riduce il dinamismo della squadra. I cambi non hanno certo gli effetti sperati per l'Inter, Spalletti intuisce che la squadra non risponde e prova a compensare con scelte più offensive, con Keita per Gagliardini e Lautaro per Joao Mario, ma così inevitabilmente si spacca in mezzo con due soli centrocampisti a fare da filtro.

L'Inter porta tanti uomini nella metà campo della Juve, ma la quantità non è qualità. La Juve amministra e non si ferma mai.

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