L’inchiesta di Report sulla Juventus, cosa c’è da sapere
Proseguono le anticipazioni sulla puntata del 22 ottobre di Report, il programma d'inchiesta di Sigfrido Ranucci in onda su Rai 3, che si occuperà della Juventus. L'appuntamento di lunedì prossimo sarà dedicato ai presunti legami tra i dirigenti del club bianconero e il suicidio di Raffaello Bucci, collaboratore ed ex ultras della società torinese, con documenti e testimonianze inedite. Dopo l'anteprima dell'intervista ad Andrea Puntorno, leader di un gruppo ultrà che aveva raccontato le modalità di compravendita dei biglietti per le partite giocate all'Allianz Stadium, al centro delle attenzioni ci sono adesso alcune conversazioni tra dirigenti juventini che riguardano proprio la morte di Bucci.
Il mistero sulla morte di Bucci
La morte di Raffaello Bucci, ex ultras assunto dalla Juventus nel 2015 come collaboratore, è stata etichettata come un suicidio, ma permane un alone di mistero. L’uomo perse la vita cadendo da un viadotto a Fossano il 7 luglio 2016. Poche ore prima era stato sentito in procura, quale persona informata sui fatti, sull’influenza della criminalità organizzata nel mondo del calcio, oggetto dell'indagine “Alto Piemonte”. Secondo buona parte delle testimonianze raccolte, tra parenti e colleghi, Bucci non aveva però mai manifestato l'intenzione di uccidersi.
Tra i tanti punti oscuri della vicenda, c’è anche la restituzione alla famiglia di un borsello e un rosario appartenenti alla vittima: gli oggetti infatti non erano nell'area del viadotto, ma sono stati trovato poco dopo a bordo dell'auto di Bucci nel parcheggio della società da Alessandro D’Angelo, security manager del club, e riportati all’ex moglie dell’uomo. Proprio a questa anomalia si è appigliato l’avvocato della famiglia Bucci, Paolo Verra, nella sua istanza depositata alla procura con la quale ha chiesto la riapertura dell’indagine sulla morte
Le intercettazioni di D’Angelo, Calvo e Bonucci
Le anticipazioni di Report, sulla puntata che andrà in onda lunedì 22 ottobre, rivelano delle intercettazioni sulla morte sospetta di Raffaello Bucci, che gettano un ulteriore alone di mistero sul caso. La prima intercettazione è tra Francesco Calvo (all'epoca al Barcellona, oggi alla Roma, ma ex-direttore commerciale della Juventus) e Alessandro D’Angelo, security manager del club bianconero. “Non ci credo lo ha ammazzato”, dice in lacrime D’Angelo a Calvo, che replica: “Non ci posso credere, se penso che lo abbiamo portato io e te alla Juve…”. “Ma non era un motivo per ammazzarsi. Non doveva avere paura, era terrorizzato ieri”. La seconda è invece con il calciatore Leonardo Bonucci a cui D’Angelo svela: “Ciccio si è ucciso”, con il viterbese che risponde: “Non ci credo!”. Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci ha dichiarato: “Inchiesta bella e profonda. Il meglio è riservato per la messa in onda. Pressioni dalla Juventus? Non ne abbiamo ricevute”.
L’inchiesta “Alto Piemonte”
L'inchiesta Alto Piemonte si è chiusa in estate con la sentenza d’appello. Non ha mai toccato alcun tesserato della Juventus. La morte di Raffaello Bucci che parlò con la magistratura inquirente e poche ore dopo precipitò da un viadotto dell’autostrada Torino-Savona, fu archiviata come suicidio. L’inchiesta che puntava a scoperchiare gli interessi della ’ndrangheta nella gestione dei biglietti delle partite della Juventus si è chiusa con quattordici condanne con il club torinese che, come dicevamo, ne è però uscito totalmente indenne sul piano giudiziario.
Per quel che riguarda la giustizia sportiva invece qualche conseguenza, seppur minima, per i bianconeri c’è stata. Un anno di squalifica al presidente Andrea Agnelli, poi drasticamente ridotta, un anno all’allora direttore commerciale Francesco Calvo, adesso alla Roma, l’unico a vedersi respingere il ricorso presentato. Risultò che la Juventus, a dire del club per rendere più agile l’organizzazione, aveva violato le regole sulla limitazione del numero di biglietti cedibili in unica soluzione.