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Licenziati e contenti: quando l’esonero diventa un affare per calciatori e allenatori

Il caso di Schweinsteiger, invitato a farsi da parte da Mourinho, ha riaperto la discussione sulle buonuscite milionarie nel mondo del calcio. Spesso e volentieri, a giovare di questo “modus operandi” sono proprio gli stessi allenatori.
A cura di Alberto Pucci
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Si chiama buonuscita ed è spesso fondamentale per riuscire a convincere un dipendente a dare le proprie dimissioni. Succede nella vita di tutti i giorni e anche nel magico mondo dorato del calcio: sempre più in ostaggio di contratti milionari fatti firmare a giocatori ormai sul viale del tramonto o ritenuti non più indispensabili. Il caso eclatante di Bastian Schweinsteiger, non è che l'ultimo in ordine di tempo. La situazione paradossale del tedesco, invitato a suon di milioni a lasciare Manchester, ha infatti riportato alla memoria altri casi di ricche rescissioni: nelle quali il giocatore (o allenatore) invitato a farsi da parte, ha potuto comunque festeggiare l'esonero dopo aver ammirato il saldo del suo conto corrente.

José Mourinho, ad esempio, ne sa qualcosa. Il doppio divorzio dal Chelsea, infatti, ha reso più ricco il tecnico portoghese che ha incassato più di 70 milioni di sterline complessive per lasciare di sua sponte il club londinese. E come non considerare i 15 milioni per liquidare Scolari, ex ct del Brasile?

I casi di Capello e Mancini

Corteggiati, assunti e infine liquidati. Oppure pagati per rimanere sotto contratto senza lavorare. Chi ancora si interroga sullo spreco di denaro nel mondo del calcio, probabilmente dovrebbe fare attenzione al "modus operandi" di molti presidenti più o meno benestanti. Sono molti, infatti, i calciatori e gli allenatori che percepiscono un maxi ingaggio pur non scendendo mai sul terreno di gioco. Sono le regole (non scritte) di un sistema probabilmente da rivedere. Nell'attesa che qualcuno ponga fine a questo sperpero, c'è chi ne gode le sue conseguenze nonostante un esonero inaspettato e doloroso.

Mourinho è dunque in buona compagnia. Basti pensare alla situazione di due suoi colleghi come Fabio Capello e Roberto Mancini: due allenatori cacciati a suon di milioni. Il primo ha incassato la bellezza di 14 milioni di euro di buonuscita dalla Federazione russa. Il secondo, dai due divorzi con City e Inter, si è messo in tasca più di 10 milioni di euro.

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