Lettera di Pirlo alla Juve: “Vinci anche per me. E Gigi merita il Pallone d’Oro”
Che dire? Ci siamo: Juve-Real, finale di Champions. Dico ‘ci', perché – anche se stavolta non sarò sul prato – sarò il primo tifoso. Oggi gioco a New York, e quindi vedrò la partita già iniziata, ma tra un’occhiata al telefonino e la corsa a casa, non la perderò.
Inizia così la lettera su ‘La Stampa' che Andrea Pirlo ha dedicato alla Juventus e ai suoi ex compagni di squadra in occasione della finalissima di Champions contro il Real Madrid. Un augurio sincero da parte del ‘professore' che due anni fa, in quella Berlino che gli aveva regalato la Coppa e il Mondiale nel 2006 con la Nazionale, provò l'amarezza della sconfitta al cospetto del Barcellona.
Ogni tanto ripenso alla notte di due anni fa, a Berlino, perché quando perdi una finale capita di trovartela tra i pensieri, e vorresti rigiocarla. Purtroppo per me, non potrò farlo, ma sono contento per loro – si legge ancora nel messaggio dell'ex bianconero -. E mi fa piacere per Gigi: è una vita che aspetta di alzare questa Coppa. Mi auguro che la vinca, dopo che altre volte c’è stato vicino, fino a sfiorarla: detto da amico ed ex compagno, uno che lo conosce bene insomma, se la meriterebbe. E' l’unica cosa che gli manca.
La Champions e poi il Pallone d'Oro, Pirlo fa un assist a Buffon: dovesse farcela, sarebbe il primo portiere dopo il russo Jashin a mettere in bacheca un premio così ambito per la carriera di un calciatore.
Leggo e sento che Gigi potrebbe vincere il Pallone d’oro: lui non mi ha sorpreso, neppure in questa straordinaria stagione. Perché quando è convinto e deciso di una cosa, e ha degli obiettivi in testa, fa di tutto per raggiungerli. Come non mi ha sorpreso la Juve, anche se non è mai facile vincere tutto, perché sapevo che quest’anno puntavano ad arrivare in fondo alla Champions: non mi aspettavo nient’altro che questo. Ricordo che a dicembre, quando sono tornato a Torino, ero andato a cena con Gigi e avevo parlato con altri ex compagni, ed erano convinti di avere una grande squadra, per arrivare fino alla fine.
Nessuna paura, nemmeno contro un avversario fortissimo come il Real Madrid. Una Juve che va in campo da Juve ha tutte le credenziali per uscire vincitrice da una sfinda intensa e durissima.
Dopodiché, una finale non è ancora la fine e il Real è una grandissima squadra: c’è da aver paura, ma come di tutti gli avversari che ti ritrovi, a questi livelli. Ma se la Juve lo affronta come sa, ha grandi chance di vincere. In fondo, nelle partite che contavano, quest’anno non ha mai sbagliato. Non penso che riuscirò a star fermo davanti alla tv, perché ogni tanto prevale l’istinto, come fossi in campo. Mi alzo e immagino qualche indicazione: Guarda di lì, passa di là – conclude Pirlo – Molto meglio giocarla, che guardarla.
La vigilia del match come una sorta di notte prima degli esami: per la testa ti passa di tutto, poi vai in campo e cancelli ogni cosa, pensando solo a giocare e dare il massimo.
Conosco bene anche le notti prima della sfida… pensi a come può essere la partita e di come possono andare le cose dopo che l’hai vinta. Che puoi perderla, invece, non ti passa mai per la testa, perché la positività deve essere davanti a tutto. Mi farebbe molto piacere che la Juve vincesse, per i giocatori, la società, i tifosi: hanno ricostruito una storia fantastica, in pochi anni. So che a luglio verranno a giocare da queste parti e li andrò a trovare – ha aggiunto Pirlo -. E un saluto alla Coppa, lo darei volentieri.