Lettera di Balotelli a Gerrard: “Che onore aver giocato con te”

Poche righe che Mario Balotelli ha rivolto a Steven Gerrard, lo storico capitano del Liverpool che ha salutato il pubblico di Anfield Road, la Kop – la curva dei tifosi dei reds – dopo una vita trascorsa nel Merseyside. Sempre con la stessa maglia, nella buona e nella cattiva sorte, fino a diventare un'icona in Premier e una colonna della nazionale inglese. L'ex attaccante del Milan gli ha scritto un messaggio di addio e poi l'ha postato sui social network (salvo cancellare la foto poco dopo). Una dedica, un atto dovuto nei confronti dell'uomo e del calciatore che lo ha accolto nel cuore dello spogliatoio con ‘benevolenza', provando ad aiutarlo nell'inserirsi nell'ambiente.
Caro Stevie, ho avuto l'onore di giocare con te – si legge -. Non per molto tempo, ma è stata per me una esperienza incredibile e indimenticabile. Sei un grande uomo e soprattutto un capitano eccezionale. E' stato un piacere averti lasciato tirare punizioni e rigori. Ti auguro il meglio per la tua prossima avventura. Una persona come te merita sempre il meglio. Buona fortuna, amico mio. Mario.
La dura legge del gol. La conosce bene Gerrard, che ha più volte avvertito il peso di quell'errore commesso nel duello contro il Chelsea di Mourinho. Sa cosa si prova e sa anche quanto possa essere difficile per un calciatore come Balotelli riuscire a farsi amare. "Perché sempre io?", recava scritto sulla maglia ai tempi del City. A distanza di anni poco è cambiato, in Premier ha davvero pochi estimatori. Michael Owen, ex attaccante, lo criticò duramente definendolo un giocatore normale, per nulla un top player e, soprattutto, con caratteristiche tecniche e di gioco che mal si conciliano con lo stile e le necessità del Liverpool. Gerrard ebbe una parola buona nei confronti della punta italiana: "Mario è un bravo ragazzo – aggiunse -, gli piace essere l'ultimo attaccante. Ma se vuoi esserlo al Liverpool devi anzitutto fare gol. Ama i social media e parlare con i tifosi, ma tutto gira attorno ai gol. Se non lo sapeva prima, adesso lo sa". La dura legge del gol non ammette repliche.