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Leonardo Bonucci: “L’Italia fuori dal Mondiale fu una catastrofe. Sono stato malissimo”

Da San Siro a San Siro: un anno dopo la disfatta contro la Svezia, che segnò l’esclusione della Nazionale da Russia 2018, Leonardo Bonucci ripercorre quei momenti e ricorda come sia “una macchia indelebile per la carriera”. Azzurri in campo questa sera contro il Portogallo per il primato nel girone di Nations League.
A cura di Maurizio De Santis
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Una macchia indelebile. Una catastrofe. Una delusione cocente che non si dimentica. Così Leonardo Bonucci definisce il ricordo del pareggio per 0-0 a San Siro contro la Svezia che determinò l'esclusione dall'Italia dal Mondiale di Russia 2018. Lui era in campo e, al triplice fischio, abbracciò Gigi Buffon in lacrime. A un anno di distanza da allora la Nazionale torna al ‘Meazza' contro il Portogallo e, anche se in palio non c'è la qualificazione alla Coppa, battere il Portogallo nella sfida di Nations League aiuterebbe a fare un altro passo verso quella risalita iniziata con l'esonero di Ventura e la chiamata di Roberto Mancini (dopo l'interregno Di Biagio). A un anno di distanza tante cose sono cambiate: Buffon non c'è più e la maglia di Bonucci non è più quella del Milan ma della Juventus, dove ha scelto di tornare nell'estate scorsa definendo un errore il suo trasferimento in rossonero. Chissà quale accoglienza gli riserverà lo stadio nel quale domenica scorsa ha ricevuto bordate di fischi pur figurando solo in panchina.

A un anno di distanza, per quanto si possano mettere da parte, certi brutti ricordi riemergono e non li butti via nemmeno scrollando la testa. E così il centrale bianconero quando parla di quell'esperienza contro gli scandinavi prende fiato e racconta il disagio provato in quei momenti.

Come ho vissuto la cosa all'epoca? Male, è un neo che non si cancellerà mai dalla carriera di un giocatore – ha ammesso nell'intervista a Eleven Sports, pubblicata a poche ore dalla gara contro il Portogallo -. Non andare al Mondiale per la nazionale italiana è veramente qualcosa di catastrofico, io l'ho vissuto in questa maniera. Nei mesi di giugno e luglio ho visto a malapena due partite. Perché so cosa trasmette un Mondiale avendone giocati due, so cosa trasmette una competizione internazionale avendone già 4-5 sulle spalle.

Il nuovo corso è già iniziato, la strada è ancora lunga. E' in atto un cambio generazionale che richiederà tempo prima che la Nazionale torni ad avere la giusta dimensione. E gli esperimenti non mancano, a cominciare dalla volontà da parte del commissario tecnico di allargare la rosa dei convocati e provare nuove soluzioni, magari a cominciare dall'amichevole in programma a Genk (Belgio) contro gli Stati Uniti. Nel frattempo, per aiutare la transizione sarà necessario il ruolo dei ‘senatori'

E' sempre particolare andare all'estero e trovare tanti connazionali – ha aggiunto Bonucci -. Spero di poter aiutare la Nazionale alla vittoria per dedicarla a loro che vivono all'estero.

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