Leo Messi è il Jordan del calcio: come lui, nessuno mai
E' sempre e solo lui, Leo Messi, l'incontrastato Re del calcio mondiale. Sarebbe più opportuno dire il baby-Re visto che alla tenera età di 24 anni e con almeno altri 10 stagioni da giocare, sta mietendo record su record, a suon di gol e di vittorie. Mentre conquista anche l'alloro di calciatore più pagato al mondo, l'ultima impresa è quella targata al Camp Nou dove, in Liga, il Barcellona ha rifilato la ‘manita' al Granada per 5-3 in una gara che prima gli azulgrana hanno gestito per poi ripiegare in gambe e fiato subendo, in parte, il ritorno avversario.
Poco male, perchè quella partita, dalle 20.25 del 20 marzo 2012 è entrata prepotentemente nella storia del calcio mondiale e il Granada può ‘vantarsi' di essere stato l'avversario che ha permesso a Leo Messi di diventare il più prolifico goleador della storia del Barcellona. Non una squadra e una società qualunque, non una storia qualunque, che dura da più di 110 anni e che in bacheca ha qualcosa come 62 trofei conquistati in Spagna (tra Liga e Coppe nazionali) e 17 allori internazionali (dove primeggiano i record delle 4 Coppa delle Coppe, 3 Coppa delle Fiere, oltre a 2 Mondiali per Club, 4 Champions League e altrettante SuperCoppa Uefa). Una macchina vincente che negli ultimi dieci anni sta imponendosi anche per qualità di gioco espresso, venendo definitiva unanimamente la miglior squadra al mondo. Grazie anche e soprattutto al suo uomo simbolo per antonomasia, quel Leo Messi che ha deciso di legare le sue gesta calcistiche alla maglia azulgrana dal lontano 1 marzo 2001 quando l'allora direttore sportivo del Barça, Carles Rexach, lo prelevò dal suadmerica e gli fece firmare il suo primo contratto da professionista, approfittando della mancanza di denaro da parte del River Plate che non potvea pagargli le cure mediche necessarie e riscattarlo dal Newell's Old Boys.
287 perle azulgrana – La storia di Leo Messi è stata più volte raccontata e romanzata e, ogni volta che la ‘Pulga' strappa un nuovo record, ritornano fiumi d'inchiostro su aneddoti e retroscena della sua fulgida carriera. Ma restiamo all'attualità e a quella tripletta rifilata al Granada che ha ridato vita e speranze al Barcellona per una possibile ‘remuntada‘ sul Real di Mou, e che ha sancito il passaggio di corona di bomber di sempre dalla testa di Cesar Rodriguez a quella di Leo Messi. Ci sono voluti quasi 60 anni, ma alla fine il piccolo talento argentino ce l'ha fatta e ha infilato il suo 234° gol con la maglia del club catalano, doventandone il Re dei goleador. Cesar Rodriguez, attaccante storico degli anni 40 e 50, ha dovuto consegnare il titolo a Messi che così si ritrova sul gradino più alto del podio ancora una volta, conquistato l'ennesimo titolo personale. A soli 24 anni. Per capire l'entità di questo record basti fare alcuni riferimenti che ne dimostrano la grandezza. Se si guarda ad altri giocatori che hanno segnato di più in carriera con la stessa maglia si pensi che Alex Del Piero con quella della Juve è arrivato a quota 287, mentre Francesco Totti è attualmente a quota 266 reti con la maglia della Roma.
E sono, soprattutto, a fine carriera, mentre in proiezione Messi potrebbe addirittura doppiarli! Incredibile, come incredibile è il modo in cui è arrivato a questo record, a suon di doppiette, triplette, poker e cinquine, segnando di testa, di sinistro, di destro, su rigore o punizione. Per lui non fa differenza.
La stagione perfetta – Solo in questa stagione, Messi è già a quota 54 reti (oltre a 26 assist, giusto per comprendere quanto giochi anche per la squadra in cui è inserito, una formazione di autentici marziani del pallone), senza contare i 5 gol con la maglia dell'Argentina tra Qualificazioni e amichevoli; reti segnate nei 3.874 minuti di gioco fino ad oggi disputati, vale a dire una media-gol attuale di una rete ogni 71 minuti. Da sette partite consecutive buca almeno una volta la rete avversaria e quella attuale è già la migliore stagione di sempre, avendo eguagliato il proprio record di gol in Liga a quota 34 (ottenuto nel 2009-2010) ma con ancora una decina di partite da disputare in campionato. In totale, in questa stagione sono ben 8 le doppiette segnate tra Argentina e Barcellona, 7 le triplette (con quella al Granada di Pozzo), oltre ad un poker (nel 5-1 con il Valencia lo scorso 19 febbraio in Liga) e una ‘manita' (la storica cinquina in Champions League, ennesimo record personale, contro il Bayer Leverkusen nel 7-1 di inizio marzo agli ottavi di finale). Grazie a questo impressionante score oggi, Leo Messi guarda tutti dall'alto verso il basso, leader della classifica marcatori in Liga (34 reti davanti alle 32 di Cristiano Ronaldo) e in Champions League (12 centri). In ottica Pallone d'Oro, Ibrahimovic dovrà farne ancora molta di strada così come il suo rivale di sempre Cristiano Ronaldo, un'altra autentica macchina da gol con la pecca di aver incontrato sulla sua strada professionale Leo Messi capace di offuscarne la stella di campione.
Il Jordan del calcio – A decantarne le gesta e a insignirlo dell'unicità dei campioni di sempre è stato a fine gara lo stesso Pep Guardiola, primo grande sostenitore e l'inventore del Messi ‘finto 9', un giocatore che, arretrando il suo baricentro di gioco, ha trovato la quadratura perfetta di un cerchio già magico.
"Al di là dell'emozione della partita, Leo è entrato di diritto nella storia. La partita è servita per ricordare Cesar Rodriguez. E' stata una partita come quelle dei tempi di Cesar e del Barcellona delle ‘cinque coppe'. Ma è il giorno in cui dobbiamo parlare di questo ragazzo di 24 anni. Su Messi è stato già detto tutto. Non fa gol, fa golazos. Ogni gol è meglio di quello precedente. A 24 anni ha già fatto 243 gol. Siamo davanti a quello che è assolutamente il migliore. E capace di fare tutto il possibile per un calciatore e per di più ogni tre giorni. Siamo felici che sia con noi e vogliamo godercene per tanto, tanto tempo. Michael Jordan dominava il suo sport e Messi domina il calcio. Sono stati pochissimi a dominare questo sport come lui".
E quello di Michael Jordan non è stato certo un nome speso a caso visto che la National Basketball Association ha espressamente dichiarato "Per acclamazione, Michael Jordan è il più grande giocatore di basket di tutti i tempi". Jordan è stato per ben 6 volte Campione NBA, avendo realizzato coi Chicago Bulls per due volte il cosiddetto ‘Three-peat', termine attraverso il quale si indica la vittoria del campionato NBA per 3 edizioni annuali di fila (accaduto nelle stagioni 91-92-93 e nel ‘trittico' 96-97-98). Altri numeri del grande Jordan? Miglior marcatore della NBA per 7 stagioni consecutive, 10 volte miglior marcatore della NBA, più alta media punti nella storia della NBA (30,12), senza scordare che giocò fino a 40 anni, indossando nell'ultima stagione di carriera, la maglia degli Washington Wizards, totalizzando la bellezza di 82 presenze (di cui 67 da titolare) e l'incredibile cifra di oltre 3 mila minuti di gioco segnando oltre 1600 punti.
In prospettiva, Leo Messi può davvero eguagliare il mito di Jordan nel calcio e diventare il padrone assoluto di una disciplina che lo ha già eletto come proprio Re. Con buona pace di Pelè, Maradona e tutti gli altri campioni del passato, in rigorosa e silenziosa fila dietro alla Pulce.