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Lega Pro, attaccante dell’Ascoli sotto accusa per “saluto romano”

Dopo il gol contro la Spal, il giocatore dell’Ascoli Picchio esulta alzando il braccio destro verso la propria curva. Un gesto “postato” anche su Facebook, che ha fatto scatenare l’indignazione dei tifosi.
A cura di Alberto Pucci
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Si chiama Leonardo Pérez, ha ventisei anni, e di professione fa il "bomber". A volte rimane a digiuno come molti altri suoi colleghi, a volte riesce invece ad andare in gol facendo esplodere di gioia i tifosi dell'Ascoli Picchio: club nato sulle ceneri dell'ex gloriosa società bianconera, un tempo guidata dal compianto Costantino Rozzi. L'attaccante italo-argentino è stato il protagonista (nel bene e nel male) dell'incontro con la Spal, terminato con la vittoria dei marchigiani (2 a 1, in rimonta): successo che ha permesso all'Ascoli di conservare l'imbattibilità allo Stadio "Del Duca" e di tenere a distanza il Teramo, secondo in classifica nel girone B di Lega Pro. Leonardo Pèrez, dopo il gol del pareggio del compagno Altinier, ha ribaltato il risultato conquistando (e realizzando) il calcio di rigore che ha di fatto chiuso la gara. Messo a segno il "penalty", l'attaccante bianconero ha però rovinato la sua serata andando a festeggiare, sotto la curva dei tifosi dell'Ascoli, togliendosi la maglietta e alzando il braccio destro in maniera discutibile: un'esultanza che a molti ha ricordato il "saluto romano", tipico gesto che richiama al fascismo, purtroppo già visto in diverse partite in Italia e in Europa.

Il recidivo Pèrez – Tornato a festeggiare una rete dopo quasi tre mesi, Leonardo Pèrez ha esultato come già aveva fatto in passato scatenando l'indignazione di molti tifosi. Rabbia che ha trovato casa anche su Internet tra le pagine del profilo ufficiale della società marchigiana che, in maniera forse troppo superficiale, ha pubblicato la foto del gesto incriminato attirando su di sé i commenti stizziti di molti utenti. Dopo le esperienze al Pisa e al Cittadella, Pèrez è diventato l'idolo della tifoseria dell'Ascoli a suon di gol e di grandi giocate. L'attaccante, recidivo nel suo modo di esultare, si era già difeso nei mesi scorsi dichiarando che, dietro quel modo di esultare dubbio, non c'era nessun riferimento particolare ma soltanto un modo di gioire concordato con alcuni compagni di squadra. Nonostante le simpatie di "destra" della curva dell'Ascoli, nel capoluogo marchigiano non ci hanno mai fatto caso, anzi. In molti aspettano il gol dell'attaccante per far scattare il coro a lui dedicato e vedere l'ormai famoso "saluto del soldato": un gesto equivocabile e poco adatto per festeggiare un momento di felicità.

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