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Le speranze Scudetto del Milan di Allegri

Quello che non sembrava possibile, è successo veramente! Sfruttando il gentile regalo di Buffon, il Milan torna a sperare per il tricolore, anche se la benzina è finita ed il motore stenta a girare. E, alle porte, c’è il derby con l’Inter!
A cura di Alberto Pucci
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Milan - Atalanta

No Muntari, no party – Se festa sarà, sarà targata Sulley Muntari: l'uomo della discordia, quello del gol "non visto" e quello dei gol pesanti, segnati nei momenti più difficili del campionato rossonero. Come a Verona, contro il Chievo, come ieri sera nel match casalingo contro l'Atalanta. Se la Milano rossonera crede ancora a questo scudetto, lo deve al gol "apriscatole" del ghanese che ha avuto il merito di dare subito un senso alla serata del Meazza, già "mezzo" rassegnato al tricolore di Antonio Conte. Il "buon" Sulley, non avrà i lineamenti gentili di Andriy Shevchenko e le qualità tecniche dell'ex "bambino d'oro" Ricardo Kakà ma, anche lui, ha lasciato il segno sul 2 Maggio rossonero: ormai diventata una sorta di data spartiacque sulla via del trionfo. Come nel 2003, quando Sheva battè la Roma e regalò lo scudetto ad Ancelotti e come nel 2007, quando il Milan del brasiliano "asfaltò" i Red Devils in Champions League. Coincidenze o meno, l'auspicio del tifoso medio rossonero è che anche questo 2/5/2012, possa venire inserito nelle date "da ricordare": quei giorni che, solitamente, si cerchiano in rosso sul calendario. Anche perché, ed è un motivo in più, quando ricapita che Buffon la combini così grossa?

Milan - Atalanta

Stanchi e felici – Il faccione di Sulley Muntari, alla fine della partita, fotografava bene la situazione rossonera al novantesimo. Immersi dentro un "catino" festoso, come solo San Siro sa essere in questi casi, i rossoneri sono scesi negli spogliatoi stanchi, felici e con una straordinaria idea in testa: beffare Antonio Conte, all'ultima curva. Servirà un miracolo, si diceva nei giorni scorsi e, ora che parte del miracolo si è compiuto, ci si chiede se davvero, gli Allegri's boys, riusciranno a vincere uno scudetto che, fino a qualche ora fa, sembrava già perso. Non è facile dare una risposta. Il calcio ci ha sempre insegnato che è possibile tutto ed il contrario di tutto, ma se si dovesse prendere in esame, in maniera razionale, ciò che si è visto ieri sera contro l'Atalanta, probabilmente la risposta sarebbe negativa. Non fatevi ingannare dalla vittoria per due a zero e dall'euforia di un campionato riaperto, non è tutto oro quello che luccica, in casa Milan. Certo, i primi dieci minuti sono stati folgoranti ed il finale è stato un crescendo di emozioni (più che altro per le notizie che arrivavano da Torino), ma tutto il resto, ossia 75 minuti, è stato uno spettacolo poco divertente e rassicurante. Squadra molle, disunita e lunga, disattenta (specialmente in attacco), stanca (Cassano e Boateng, erano in riserva, dopo aver giocato a Siena pochi giorni fa) ed in balìa di un avversario che ha sfiorato il pareggio in un paio di occasioni. Mai come in queste occasioni, contano le gambe e, soprattutto, la testa. Contro l'Atalanta, una volta trovato il gol, Ambrosini e compagni si sono "seduti", anche troppo, come ha candidamente ammesso Allegri: "Nell'ultimo quarto d'ora sembrava fossimo a teatro, in attesa del finale di un'opera".

Milan - Atalanta

Fischi per Ibra – Se fossi nel tecnico livornese, però, lascerei da parte sogni di sorpasso ed inizierei a preoccuparmi dell'imminente derby: mai come questa volta, carico di significato e di valore.

“ Dobbiamo esser pronti per giocare un grande derby, una partita dalla forte carica emotiva! ”
Massimiliano Allegri
Servirà un Milan diverso, per avere ragione dell'Inter di Stramaccioni che, ancora in corsa per un posto in Europa, chiuderà la sua travagliata stagione con la beffa di dover assegnare lo scudetto ad una delle sue due squadre, storicamente "nemiche": situazione al limite del paradossale per i tifosi nerazzurri che, da giorni, s'interrogano stressati su quale sarebbe il minore dei mali. Ma qui, il problema, non è dell'Inter, bensì dei loro "cugini". Quali sono state le indicazioni che l'entourage rossonero, in vista del Derby, ha potuto trarre dai novanta minuti contro l'Atalanta? Oltre al fattore psicofisico, ci sono giocatori che, probabilmente, avrebbero bisogno di partire per la meritata vacanza. Uno su tutti: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese, ieri sera, ha offerto (forse) la peggiore delle prestazioni, da quando è al Milan. Incredibile, ma vero: ieri sera la Scala del calcio lo ha addirittura fischiato. Svagato, indolente e poco reattivo: passaggi elementari sbagliati, totale incompatibilità con i compagni di reparto ed un gol clamorosamente "mangiato" che se fosse capitato al povero Robinho, sarebbero (i tifosi) ancora fuori da San Siro ad aspettarlo. Per battere l'Inter, servirà la copia migliore di Zlatan, quello che tutti conoscono: quello dei 26 gol in campionato. Basteranno pochi giorni per ricaricarlo?

Milan - Atalanta

L'ultimo gladiatore – In attesa di capire se Thiago Silva sarà in campo nella stracittadina (curioso come Allegri si trovi ancora di fronte al problema se rischiare o meno il brasiliano), il Milan sorride ripensando alla prova di Mexes (decisivo, in negativo, contro Barcellona e Fiorentina) e soprattutto di Alessandro Nesta: l'ultimo ad arrendersi. Se l'Atalanta non è riuscita a passare il muro rossonero, lo si deve alla straordinaria prestazione del difensore che, in molti, sperano di poter vedere in campo anche l'anno prossimo. Un giocatore che sarebbe da "clonare". Da "congelare" e tirare fuori, magari tra qualche anno, nel momento del bisogno. Uno a cui andrebbe rubato il passaporto per evitare che finisca la sua incredibile carriera nell'ospizio del calcio americano. Mexes, Nesta, ma anche sprazzi di Boateng (quello vero, non la sua versione 2.0, stanca e svagata), Ambrosini, qualche minuto di Gattuso: insomma, segnali positivi che fanno ben sperare! Come quelli del "ragazzino" De Sciglio (che andrebbe confermato e non dato in prestito) e come quelli di Robinho che, a quanto pare, si trova più a suo agio con i gol difficili: quelli che l'anno scorso fecero la differenza nella conquista del titolo. Altra coincidenza?

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