Le pagelle di Portogallo-Italia: in Nations League Mancini ne cambia 9 ma la gara è da 5
Sconfitta per l'Italia di Roberto Mancini in casa del Portogallo, orfano di Cristiano Ronaldo. Non è pesata ai padroni di casa l'assenza del cinque volte Pallone d'Oro che si impongono per 1-0 su un'Italia rivoluzionata (9 i cambi rispetto alla gara di Bologna contro la Polonia) conquistando i tre punti che gli consentono di prendersi la vetta del girone di Nations League. Decisiva la rete che sa di rivincita dell'ex milanista André Silva che regala ai lusitani la meritata vittoria su una formazione azzurra protagonista di una prestazione mediocre. Detto ciò andiamo a vedere il meglio e il peggio della gara dello Stadio Da Luz di Lisbona valida per la seconda giornata del Gruppo 3 di Lega A della Nations League tra il Portogallo di Fernando Santos e l'Italia di Roberto Mancini.
Chiesa, Bonaventura, Rui e Cancelo: fasce da Serie A
Soltanto due i confermati da Roberto Mancini rispetto all'undici che aveva cominciato il match d'esordio contro la Polonia. Il portiere rossonero Gianluigi Donnarumma (non perfetto in occasione del salvataggio sulla linea di Romagnoli) e il regista del Chelsea Jorginho (che continua a faticare a far girare con velocità il pallone) gli unici dunque a salvarsi dalla rivoluzione effettuata dal ct azzurro che ha modificato anche l'assetto tattico schierando i suoi con un 4-4-2 con Federico Chiesa e Jack Bonaventura chiamati a ricoprire il ruolo di ala sulle due corsie laterali. Entrambi dunque impegnati in duelli targati Serie A dato che i terzini che si sono ritrovati difronte i due sono lo juventino Joao Cancelo e il napoletano Mario Rui.
Ed è proprio sulle fasce laterali che nascono, sia da un lato che dall'altro, le azioni più pericolose con il giovane esterno della Fiorentina molto attivo nei primi minuti (poi calato nella seconda parte della prima frazione a causa del doppio lavoro, di spinta e di copertura, a cui è chiamato da Mancini): suo il primo sussulto del match così come il primo tiro nello specchio della porta che non ha però sorpreso l'attento Rui Patricio. Stesso discorso per quel che riguarda il Portogallo con l'azione più pericolosa creata nel primo tempo (l'auto -traversa colpita da Cristante) nata proprio da un'iniziativa offensiva del terzino del Napoli Mario Rui.
Zaza e Immobile: tandem affiatato ma non incisivo
Rotazioni di Roberto Mancini anche per quel che riguarda il reparto offensivo: bocciato Mario Balotelli, il commissario tecnico azzurro si affida dal primo minuto al tandem composto da Ciro Immobile (nelle vesti di capitano) e Simone Zaza ricomponendo dunque la coppia di attaccanti a cui si era affidato Antonio Conte all'inizio del suo ciclo sulla panchina della Nazionale. I due si muovono tanto svariando per tutto il fronte offensivo e riuscendo spesso a farsi servire dai compagni (nonostante la grande difficoltà in fase di palleggio degli azzurri che nei primi 45′ minuti di gioco hanno effettuato solo 167 passaggi), dialogano bene tra di loro alternandosi nel ruolo di centravanti-boa, ma nel primo tempo non riescono mai a concludere a rete (a differenza dell'ex milanista André Silva, autore del primo tiro nello specchio di marca lusitana del match).
Lazzari e Criscito: bene in fase spinta, male in difesa
La gara in casa del Portogallo è stata anche l'occasione per assistere all'esordio in Nazionale dello spallino Manuel Lazzari schierato da Mancini nel ruolo di terzino destro della difesa a quattro che vede il genoano Domenico Criscito (sostituito poi nel secondo tempo da Emerson Palmieri) sulla corsia opposta e la coppia di centrali del Milan composta da Alessio Romagnoli e Mattia Caldara.
Il laterale 24enne nel suo debutto in maglia azzurra si è ben districato in fase offensiva (con diverse accelerazioni che hanno messo in difficoltà la difesa lusitana), mentre ha faticato maggiormente in fase difensiva (molte delle occasioni create dai padroni di casa nascono dalla sua corsia compresa quella che si è conclusa con la traversa della porta difesa da Donnarumma colpita inavvertitamente da Bryan Cristante (che risulterà alla fine uno dei peggiori in campo dopo esser uscito nettamente sconfitto nel duello a centrocampo con William Carvalho). Qualche ingenuità di troppo anche per il collega più esperto Domenico Criscito che nel primo tempo ha rischiato grosso con un intervento dubbio in area di rigore sull'accelerazione del portoghese Pizzi per sua fortuna non sanzionato dall'arbitro.
La rivincita di André Silva
Pronti, via e la ripresa parte sulla falsariga del primo tempo con un errore del tandem Lazzari–Caldara che permette a Bruma di involarsi verso l'area di rigore azzurra per poi servire André Silva che con un tiro a giro sul secondo palo batte l'ex compagno Donnarumma (che qualche minuto dopo eviterà il raddoppio con un ottimo intervento sulla potente conclusione di Bernardo Silva) portando in vantaggio il Portogallo. Passato in svantaggio, Mancini decide di cambiare uomini (Berardi per Immobile) mantenendo però il 4-4-2 di partenza (trasformato in 4-3-3 soltanto a 20 minuti dal termine del match). Al '79 poi il ct azzurro prova il tutto per tutto mandando in campo Andrea Belotti al posto di un deludente Cristante passando così di fatto un offensivissimo 4-2-4, ma le occasioni più pericolose sono quelle create in contropiede dai padroni di casa che non hanno trovato il raddoppio soltanto per gli ottimi interventi tra i pali di Donnarumma. Nel finale graziato il difensore portoghese Pepe che si è visto sventolare soltanto un cartellino giallo per un brutto intervento (da rosso diretto) su Federico Chiesa.